foto da Quotidiani locali
BUROLO. L’Italia soffre il calo demografico, con una media di 1,48 figli per donna, ma ci sono anche casi eccezionali che dimostrano come avere una famiglia numerosa sia qualcosa di assolutamente normale. Ci tengono a ribadirlo Alberto Bettini, 53 anni, e Elena Valle, 52 anni, di Burolo, genitori di otto figli. Gestire una prole così numerosa che va dai 28 agli 11 anni, loro lo fanno sembrare semplice. I figli sono cinque femmine e tre maschi, la più grande è Chiara, 28 anni, Maria di 26, Emanuele di 24, Stefano di 21, Marta di 19, Benedetta di 16, Francesca di 13, Andrea di 11 anni. Alberto lavora come dipendente dell’Enel ed è anche consigliere comunale a Burolo, mentre Elena è impiegata in banca.
Come è cominciata la vostra storia di vita insieme?
«Ci conosciamo da una vita – raccontano Elena e Alberto – le nostre famiglie erano amiche e frequentavano lo stesso gruppo parrocchiale. Ci siamo fidanzati all’inizio degli anni ’90 e nel 1993 ci siamo sposati e siamo andati a vivere ad Ivrea. Non era certo programmato di avere otto figli, diciamo che sono arrivati cammin facendo. Dopo il quarto figlio avevamo bisogno di una casa più grande e ci siamo trasferiti, all’inizio degli anni 2000, a Burolo dove avevamo tutto lo spazio necessario. Nostra figlia Chiara, la figlia più grande, sembra che abbia seguito il nostro esempio e ha già avuto cinque figli».
Come avete deciso di fermarvi ad otto figli?
«In effetti – confida Elena – avrei voluto avere altri figli, ma con l’arrivo dei primi nipoti ho scelto di fare la giovane nonna e sono felice così».
È stato importante avere il sostegno della famiglia?
«Il supporto dei nonni Bettini è stato fondamentale. Soprattutto per i primi quattro figli abbiamo contato molto sull’aiuto delle nonne, mentre per quelli che sono nati successivamente ci siamo organizzati per portarli al nido. La gestione familiare non è sempre facile, ma i più grandi mano a mano che crescevano ci aiutavano nelle faccende domestiche e nell’accudire i più piccoli. Ci vuole un poco di organizzazione, ma senza essere eccessivi».
È stato complicato coniugare il lavoro con la vita di una famiglia così numerosa?
«Ai nostri figli non abbiamo mai fatto mancare nulla. Due dei nostri ragazzi sono laureati, fanno e hanno fatto sport, vacanze, attività. Noi non abbiamo mai preteso nulla, ma molti si sono sempre offerti di aiutarci spontaneamente. C’era chi ci dava vestiti e scarpe, qualcuno ci dava una mano con i pannolini, mentre alcune persone del paese capitava che ci portassero frutta e verdura del proprio orto. Nessuno lo faceva perché siamo una famiglia numerosa, ma per il comune senso di solidarietà tipico dei nostri paesi».
Essere una famiglia numerosa rende popolari: è vero che c’è un’associazione che riunisce i genitori che hanno molti figli?
«Facciamo parte di una sorta di “club esclusivo”. Esiste un’associazione delle famiglie numerose, è un portale dove i genitori con tanti figli si scambiano informazioni utili, come incentivi economici, contributi o sconti. Ci diamo una mano cogliendo le opportunità. Tuttavia, rimaniamo sempre dell’idea che la nostra famiglia sia speciale, non eccezionale, e che gestire tanti figli non sia impossibile o incredibilmente complicato. Si può ugualmente, per tutti quelli che ne fanno parte, genitori e figli, condurre una vita assolutamente normale».Valerio Grosso