foto da Quotidiani locali
GORIZIA. «Ho il privilegio di parlare tutte le sere davanti a sei-settecento persone. In televisione posso fare la stessa cosa davanti a quattro milioni di spettatori. Penso allora che questo privilegio vada onorato. Invece di raccontare scemenze, preferisco trattare ciò che mi sta a cuore».
È così che Giobbe Covatta motiva il suo impegno. Il popolare comico non è nuove alle riflessioni sull’ambiente e su altre tematiche che riguardano tutti. Venerdì, alle 21, alla Boschetta di Dobbia sarà lui il protagonista della seconda giornata del primo Festival dell’acqua, organizzato dal Comune di Staranzano. Nell’occasione, presenterà “6° (Sei gradi)”.
Sempre venerdì, inoltre, per le 19 è fissata l’inaugurazione della kermesse: in piazza Dante (in caso di maltempo alla sala San Pio X) è fissato il concerto della Società Filarmonica di Turriaco diretta da Fulvio Dose. L’appuntamento prevede la partecipazione di Elisa Baldo, voce narrante dei testi del giornalista Roberto Covaz.
In cosa consiste lo spettacolo?
«Fingo di essere nel 2123. Vedremo quindi cosa sarà successo fra cent’anni».
Appunto, cosa sarà successo?
«Un aumento della temperatura di sei gradi: un grado per volta, ogni vent’anni, con tutte le conseguenze che ne derivano. Parto già con l’aumento di un grado: insomma, da oggi. L’aspetto scientifico dello spettacolo è dato da modelli: perché sappiamo come reagirà il Pianeta. E, con sei gradi in più, è prevista l’estinzione totale, visto che la Terra riuscirebbe a dar vita soltanto al 3% delle forme viventi. Si tratterebbe della sesta estinzione totale, l’ultima è stata quella dei dinosauri. Poi ci sono voluti 70 milioni di anni per evolverci come siamo adesso: nelle cinque volte precedenti nessuno si era preoccupato. Se noi ci estinguessimo, tra 70 o 100 milioni di anni, ci sarebbero altre forme di vita padrone del Pianeta. A fronte di questa situazione non sappiamo, però, quali sarebbero i nostri comportamenti. Ma come noi giochiamo con i pupazzetti a forma di dinosauri, che andiamo anche a vedere al cinema, tra 100 milioni di anni gli esseri viventi potrebbero giocare con pupazzetti a forma, per esempio, di geometra».
Quando nasce l’idea di “6° (Sei gradi)”?
«Ho sempre pensato che il mio mestiere potesse servire a raccontare storie universali, partendo dal particolare per poi parlare di un intero mondo. E a me, che ho avuto modo di girare in lungo e in largo per il Pianeta, interessa parlare dell’umanità, dei diritti che essa dovrebbe avere. Ecco, questo spettacolo è sul diritto alla sopravvivenza di tutti noi. Un po’ come “La Divina Commediola”, un altro mio spettacolo, che parla dei diritti dell’infanzia. Naturalmente, ai diritti, per far sì che possano venir esercitati, corrisponde sempre una serie di doveri. Per trattare certi temi, cerco sempre un modo che possa essere il più possibile divertente, comico. All’insegna dell’undicesimo comandamento che dice “Diverti il prossimo tuo come te stesso».
Che progetti ha per il futuro?
«Scrivo ininterrottamente. Alcune cose vengono bene, altre no. Alcune cose ho l’impressione che mi siano venute benissimo, le faccio leggere agli altri e mi dicono che non sono buone. Altre volte succede il contrario. Insomma, ho poca capacità di valutazione nei confronti del mio lavoro. I progetti sono molto più numerosi di quanti vedono la luce. Quindi, tra i cento che ho per le mani non so davvero quale sarà il prossimo».
Non c’è solo Covatta, tuttavia, nella seconda giornata della kermesse.
Nella sala Delbianco di Staranzano, alle 15, Angelo Floramo sarà sul palco per “Fassi un’armonia…”, conferenza ispirata al rapporto tra Leonardo da Vinci e l’acqua. Sempre alla sala Delbianco, alle 16.30, il divulgatore Giorgio Temporelli racconterà “L’acqua del sindaco. Per un uso consapevole della risorsa naturale più importante”, questo il titolo dell’appuntamento, seguito, alle 18, da quello con un altro divulgatore, Francesco Scarel, sul tema “Il quarto spazio. La comunicazione della scienza attraverso linguaggi artistici”. L’ingresso a tutti gli eventi è libero