Una baraccopoli in via San Marco 69, a poche centinaia di metri dal Centro Giotto, appena dietro la palazzina dove anni addietro c’era la trattoria Alle Grazie e sino al 2016 la birreria Envy Pub.
Basta passare sotto le sbarre davanti all’immobile abbandonato da anni per constatare la presenza di quattro misere baracche, costruite con alcune lamiere e stecche di legno ritagliate, dove vivono, da oltre un anno, quattro persone.
Sul lato destro ci sono due tunisini, su quello sinistro una giovane coppia. Una ragazza, che arriva da Murano e un ghanese che ha perso il posto di lavoro dopo essere stato investito da un’automobile mentre era in sella ad una bici e andava a lavorare in fabbrica.
Le condizioni igieniche all’interno dei casolari sono decisamente precarie. «Adesso c’è il sole», dice Ahmed, «Tutto sembra accettabile. Ma non è stato facile trascorrere l’inverno in questa stamberga. Senza riscaldamento, sempre al buio e senza acqua.
Io e il mio amico abbiamo vissuto in una sola baracca perché una delle due casette è stata invasa dai topi e dal fango. Abbiamo chiesto aiuto, anche agli enti pubblici, ma nessuno ci ha dato una mano. Viviamo come animali. Ogni tanto io lavoro come imbianchino, ma non ce la faccio più a vivere in queste condizioni. Ho il diabete e sono costretto a prendere l’insulina ogni giorno».
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Drammatica anche la testimonianza della donna: «Questa non è certo una vera casa, ma io cerco di renderla tale», spiega Ilary, «Ho creato una piccola camera da letto e anche un angolo cucina, una sorta di due cuori ed un capanna.
Il presente non è certo quello che desideravo quando ho lasciato Venezia, ma sono ottimista e spero che il mio futuro sia migliore di quello di adesso».
La baraccopoli di San Lazzaro è stata scoperta giovedì mattina dal comandante della stazione dei carabinieri di Padova Principale Giovanni Soldano che assieme a due giovani militi al primo giorno di sevizio, è andato in via San Marco 69 per un controllo.
Il militare era stato chiamato da una dottoressa Lucrezia Pancrazio che lavora alla farmacia di via Maroncelli per una storia di gatti maltrattati. Prima di arrivare alla baraccopoli, a fianco dell’ex trattoria, da tempo la giovane farmacista porta da mangiare a tre gatti, Silvestro, Macchietta e Camilla.
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Negli ultimi giorni aveva notato una serie di maltrattamenti nei confronti dei tre felini, di cui uno cieco: ha pertanto chiesto l’intervento dei carabinieri. Non immaginava certo quello che poi è venuto alla luce: una baraccopoli in cui quattro persone vivono in condizioni assolutamente disumane.
«Quando ho visto la situazione all’interno di quelle baracche ho provato una grande pietà per le persone che ci vivono. Non si vive così», ha detto la dottoressa, «Spero che i Servizi sociali del Comune e le altre istituzioni competenti facciano subito qualcosa per farli vivere in una casa normale».
