C’è chi la vede come un eroe e chi come un futuro rischio per il sistema bancario a stelle e strisce. Stiamo parlando di JPMorgan Chase che negli ultimi giorni è tornata protagonista per l’acquisto della maggior parte delle attività finanziarie della First Republic Bank, fallita in seguito ai vari tumulti nel settore bancario Usa che hanno portato nel mese di marzo al crollo della Silicon Valley Bank e della Signature. Azione quella di JPMorgan che non si sarebbe potuta attuare, stando alla legge Usa, dato che nessuna singola banca può rappresentare più del 10% dei depositi negli Stati Uniti. Questa volta è però stata fatta un’eccezione visto che la First Republic Bank, nonostante tutti gli sforzi, è fallita.
L’azione di JPMorgan non è la prima nel suo genere, tanto che la banca si è guadagnata, negli anni, la reputazione di “supporto durante le crisi”. Quando la banca di investimento, Bear Stearns, è crollata nel 2008, JPMorgan è intervenuta per acquistarla e sei mesi dopo, quando la Washington Mutual crollò, l'istituto di credito guidato da Jamie Dimon acquistò le sue attività bancarie. Azioni che nel corso del tempo hanno fatto crescere le dimensioni dell’istituto di credito e di conseguenza anche il potenziale rischio di questo per il sistema finanziario americano, dato ogni decisione strategica che JPMorgan prenderà avrà inevitabilmente delle ripercussioni sul sistema bancario e finanziario degli Usa. I regolatori federali non sembrano infatti essere particolarmente entusiasti dell’azione della banca e alcuni esperti del settore temono che questi costanti “salvataggi” possano nel lungo periodo andare a minare ulteriormente la fiducia nei regolatori, già non particolarmente alta.
Al momento JPMorgan è la più grande banca negli Usa con un patrimonio di 3,67 trilioni di dollari, senza tenere conto della sua ultima acquisizione, e ha oltre il 10% dei depositi statunitensi. L’acquisto di First Republic porta diversi vantaggi a JPMorgan che si aspetta un aumento di oltre 500 milioni di dollari del suo reddito netto annuo, oltre che un guadagno di 2,6 miliardi di dollari una tantum.
First Republic Bank e il suo fallimento
Il fallimento della Silicon Valley Bank e della Signaturehanno destabilizzato il settore bancario, specialmente quello Usa. Diverse banche, soprattutto quelle più esposte, sulla scia di Svb, hanno avuto momenti di tensioni e tra queste c’era anche First Republic Bank. Per evitare il tracollo a marzo l’istituto di credito ha ricevuto depositi per 30 miliardi di dollari dalle 11 maggiori banche degli Usa, tra cui JPMorgan, Morgan Stanley e Wells Fargo. Nonostante ciò la First Republic Bank è fallita in seguito ad una massiccia fuoriuscita di depositi di circa 100 miliardi di dollari da parte dei suoi clienti che erano spaventati dalla situazione, con conseguente crollo delle azioni. La manovra di salvataggio è dunque servita solo momentaneamente ma non ha frenato la caduta, tanto che venerdì 28 aprile la First Republic aveva perso il 97%. Situazione che ha portato il Dipartimento per la protezione finanziaria e l'innovazione della California a chiudere la banca ed a nominare la Federal Deposit Insurance Corporation come curatore fallimentare. Questa per cercare di proteggere i depositanti ha stipulato un accordo di acquisto con JPMorgan Chase Bank, National Association, Columbus, Ohio, per assumere tutti i depositi e sostanzialmente tutti i beni della First Republic Bank. JPMorgan ha ovviamente fatto la parte del leone, acquistando la maggior parte degli asset. Il fallimento della banca della First Republic è il secondo più grande nella storia degli Stati Uniti, dopo il crollo della Washington Mutual nel 2008. Entrambe acquisite da JPMorgan che è andata a confermare di fatto il suo primo posto come maggior banca nell’universo a stelle e strisce.