La vicenda rischia di allungarsi. Da oggi il Collegio di Garanzia per lo Sport ha 30 giorni per pubblicare le motivazioni, è probabile che ai giudici delle Sezioni Unite possa servire anche un tempo inferiore, ma comunque si possono ipotizzare almeno 2-3 settimane. Solo allora la Corte d’Appello potrà fissare la nuova udienza, che potrebbe essere comunque nuovamente impugnata per “violazioni di diritto” mangiandosi inevitabilmente altro spazio di calendario e portando l’epilogo molto vicino, se non addirittura oltre, la frontiera della fine della stagione agonistica, che cade il 30 giugno. Un bel rompicapo, anche perché la questione tempi si intreccia anche con quella che riguarda l’afflittività. Una sanzione, per essere tale, deve incidere, cioè togliere qualcosa al club che viene punito. Non a caso, il procuratore Chinè aveva chiesto nell’ultimo processo d’appello che la penalizzazione dovesse portare la Juve dietro la Roma, allora quarta, togliendole la Champions. In caso di penalizzazione, il discorso resterebbe in tavola. Ma se il percorso primo-secondo-ultimo grado si concludesse dopo il 30 giugno a quel punto la pena potrebbe essere scontata nella prossima stagione.
Tutto questo gioco di variabili incrocia anche l’altro possibile processo sportivo, quello su stipendi e rapporti illeciti con gli agenti. Per ora siamo alla chiusura indagini, il 27 aprile scadrà il tempo per la consegna delle memorie difensive della Juve e dei suoi dirigenti ed ex dirigenti potenziali incolpati. Poi il procuratore dovrà valutare la situazione e scegliere fra archiviazione e rinvio a giudizio. Le due vicende potrebbero dunque muoversi parallelamente condizionandosi in qualche modo a vicenda. Insomma, una storia che proprio non vuole finire.
Restano confermate le condanne per Agnelli, Paratici, Cherubini e Arrivabene, mentre anche le posizioni di Vellano, Nedved, Garimberti, Grazioli-Venier, Hughes, Marilungo e Roncaglio tornano alla Corte d’Appello. Proprio la condanna in via definitiva dei quattro dirigenti – l’ex presidente Andrea Agnelli (due anni di inibizione confermata) , Fabio Paratici (30 mesi) Federico Cherubini (16 mesi) e Maurizio Arrivabene (24 mesi) – costituisce però una premessa pesante per il nuovo processo per il club bianconero. Si tratta dei dirigenti con il potere di firma (sicuramente Agnelli) e quindi la rideterminazione della pena passerà per il fatto che comunque è stata riconosciuta la colpevolezza degli uomini che dirigevano il club.