Cavolo, mai un proverbio calza a pennello su due personaggi: “Chi si somiglia, si piglia”. Ma prima di esplicitare l’assunto, confesso che da illo tempore faccio un sogno ricorrente; un sogno ormai irrealizzabile per motivi anagrafici.
Nel sogno – fatto sempre a occhi aperti – vedevo Silvio Berlusconi varcare quel vecchio portone in legno del Grand’Hotel Ucciardone di Palermo. Conosco bene quel Grand’Hotel per averci accompagnato tanti “clienti” palermitani, noti e meno noti. Il sogno in narrativa nasceva dal subconscio dopo la lettura di alcuni giornali; riporto qualche notizia di allora.
Nel mese di settembre 2003, l’agenzia Adnkronos pubblica una dichiarazione di Berlusconi: ”Questi giudici sono doppiamente matti. Per prima cosa, perché lo sono politicamente, e secondo sono matti comunque. Per fare quel lavoro devi essere mentalmente disturbato, devi avere delle turbe psichiche. Se fanno quel lavoro è perché sono antropologicamente diversi dal resto della razza umana”. Giova dire, ancor prima di andare oltre, che l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dovrebbe recarsi a Palermo e segnatamente nella Chiesa di San Domenico – via Roma dopo la Vucciria – dove è sepolto il magistrato Giovanni Falcone. Dovrebbe, anche, recarsi al cimitero di Santa Maria di Gesù – entrando dall’ingresso posto a lato destro – troverà sulla destra, la cappella dove riposa il magistrato Paolo Borsellino e sua moglie Agnese. I magistrati ammazzati da Cosa nostra sono tanti, ma già basterebbe andare a trovare i due galantuomini siciliani Falcone e Borsellino. Orbene, ripeta innanzi le loro tombe, le stesse parole che ho integralmente riportato.
Giugno 2008, La Stampa riporta un pensiero di Berlusconi: “I giudici sono un cancro”. Bene! Non occorre commentare e passiamo oltre. Marzo 2013 nella Milano da bere va in scena la più grande pupiata del Paese – sottolineo Paese –, svoltasi innanzi al Tribunale di Milano dove c’è stata l’occupazione della scalinata, ad opera di parlamentari e politici del Partito della libertà. Anche qui è inutile commentare, del resto la foto di gruppo, scattata nell’occorso è talmente lapalissiana che non ha bisogno di parole.
E, veniamo ai giorni nostri. Come noto, il programma di Massimo Giletti, Non è l’Arena è stato chiuso. Non voglio entrare su taluni personaggi invitati nel programma, non mi compete. Dico soltanto che le abbanniate del Baiardo si potevano evitare. A margine del programma di Giletti, si scopre che il personaggio del “Chi si somiglia si piglia”, al secolo Marcello Dell’Utri, esprime preoccupazione in una conversazione intercettata, riferendosi appunto al programma Non è l’Arena, dicendo: “Questi sono delinquenti, potrebbero influenzare i giudici”. Mi scusi dottor Dell’Utri, ma lei babbiava o diceva sul serio? Ma pensa davvero che i giudici si facciano influenzare dagli umori del popolo o da una puntata televisiva? Suvvia dr Dell’Utri, non mi aspettavo una simile locuzione da un dotto come lei. Tuttavia, trovo che in questo suo ragionamento ci siano analogie col pensiero berlusconiano. Complimenti!
L'articolo Dell’Utri, davvero pensa che i giudici si facciano influenzare da un programma televisivo? proviene da Il Fatto Quotidiano.