Pd, M5S e le altre forze di opposizione nella loro mozione sul 25 aprile prendono in prestito le parole della senatrice a vita Liliana Segre, che nel chiedere di celebrare in modo unitario il 25 aprile, si auspica “gesti nuovi e magari inattesi” che potrebbero avere “grande valore d’esempio”. L’inserimento del nome e delle parole di Liliana Segre sono apparse come una strumentalizzazione alla maggioranza che, come noto, ha presentato un’altra mozione.
E deve aver pensato a una strumentalizzazione la stessa Liliana Segre visto che il suo ufficio stampa ha oggi diffuso una nota in cui di fatto si dissocia dall’iniziativa: “La senatrice a vita Liliana Segre, in riferimento ad affermazioni apparse sulla stampa, e nel dibattito pubblico, precisa di non essere promotrice, né firmataria di alcuna mozione, di quelle oggi in discussione nell’Aula del Senato”.
“Oggi in aula il centrosinistra – ha commentato il senatore Paolo Marcheschi, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Cultura – rifiutando di votare la nostra mozione contro tutti i totalitarismi, compreso quello comunista, ha dato il peggio di sé. Per loro è giusto dichiararsi antifascisti, ma non riescono a definirsi anticomunisti, nonostante il comunismo abbia rappresentato un’altra bieca dittatura e sia stato causa di morte e sofferenza anche in Italia, con le foibe e l’esodo dei nostri connazionali istriano-dalmati dalle loro terre. Il loro radicalismo ideologico è stato sconfessato anche dalla senatrice Liliana Segre, che infatti non ha firmato la loro mozione: questo significa che il centrosinistra è sempre più solo, emarginato e prigioniero di indifendibili ideologie”.
L'articolo Liliana Segre precisa: non ho firmato alcuna mozione sul 25 aprile. Imbarazzo nel centrosinistra sembra essere il primo su Secolo d'Italia.