L’appuntamento è per oggi al Senato. Sarà lì che i cittadini potranno distinguere chi ha della ricorrenza 25 Aprile una visione proprietaria e chi, al contrario, vuole assegnarle il valore di festa autenticamente riconciliatrice nella quale riconoscersi come italiani ormai affrancati dagli odi di parte. Nelle prossime ore, infatti, l’assemblea di Palazzo Madama voterà due mozioni sul 25 Aprile. Quella presentata dalla maggioranza – primi firmatari Lucio Malan (FdI), Massimiliano Romeo (Lega) e Licia Ronzulli (FI) – punta sulla «collaborazione di tutte le istituzioni e di tutte le forze politiche» affinché «le pubbliche commemorazioni degli avvenimenti della storia italiana ed europea si svolgano nel rispetto della dovuta accuratezza storica, senza trarne occasione per attacchi ad avversari che pure si riconoscono nei principi, nei valori e nel dettato costituzionale».
I partiti del centrodestra riconoscono «l’importanza delle date che ricordano momenti fondamentali della storia dell’Italia unita, libera e democratica», a partire da quella del 25 Aprile. E chiedono che le giornate di commemorazione «rappresentino momenti di effettiva condivisione e partecipazione di tutte le componenti politiche e culturali che si riconoscono nei valori della libertà e della democrazia, e rafforzino i sentimenti di unità nazionale, di inclusione, di perseguimento del bene comune e, ove necessario, di riconciliazione». La mozione FdI-Lega-FI, infine, contiene riferimenti ai valori della Costituzione e alle parole pronunciate da Mattarella sui «tragici fatti del 16 aprile 1973 a Primavalle, nel contesto della diffusa violenza politica di quegli anni, con il comune auspicio che mai abbia a ripetersi una simile stagione».
La mozione dell’opposizione parte invece dalle parole pronunciate tempo fa dalla senatrice a vita Liliana Segre. In quell’occasione, la parlamentare sopravvissuta ai lager nazisti citò anche le ricorrenze del 1° maggio e del 2 giugno, rispettivamente festa del Lavoro e della Repubblica, auspicando «piena condivisione delle date che scandiscono un patto tra le generazioni, tra memoria e futuro, grande potrebbe essere il valore dell’esempio, di gesti nuovi e magari inattesi». Questa parte della mozione potrebbe ricevere anche il voto favorevole della maggioranza. Non così la parte restante, da cui affiora (purtroppo) ancora una volta la volontà di fare del 25 Aprile una ricorrenza di parte e, come tale, ancora strumentalizzabile in chiave politica.
L'articolo 25 Aprile, al Senato è sfida sulle mozioni. Il centrodestra: «No a strumentalizzazioni» sembra essere il primo su Secolo d'Italia.