I consulenti del lavoro condividono l’analisi di scenario fatta dal governo sul Def, il documento di economia e finanza. “Bene la volontà del governo di agire su più fronti”. Così vice presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro si è espresso in audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato. Francesco Duraccio, vice presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro, in audizione sul Def davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato.
In una situazione di obiettiva difficoltà congiunturale – specifica- il rappresentante dell’ordine dei consulenti del lavoro trova positiva la modalità intrapresa dall’esecutivo per contenere tale situazione: aumentando la disponibilità di spesa delle famiglie e nel contempo favorendo l’aumento di competitività delle imprese italiane. “In ragione di quanto appena argomentato, dunque, si condivide l’analisi di scenario fatta dal Governo che accompagna il Def; e la volontà di intervenire complessivamente su più ambiti per raggiungere gli obiettivi prefissati”.
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In particolare, i consulenti del lavoro ritengono indispensabile, tra gli interventi normativi annunciati dal governo, la delega per la riforma fiscale. “Si condivide -ha detto Duraccio- il principio ispiratore della riforma fiscale” precisando, come ovvio, che “si potrà esprimere un giudizio definitivo soltanto quando i decreti legislativi attuativi prenderanno forma. Tra i principali aspetti positivi contenuti nel disegno di legge delega vanno certamente annoverati: la riforma dell’Irpef, quindi la revisione graduale e la transizione del sistema verso un’aliquota unica; gli interventi sui redditi da lavoro autonomo; il miglioramento del rapporto tra fisco e contribuenti in un quadro di ‘leale collaborazione’“. I consulenti del lavoro promuovono, dunque, il def. Tali aspetti, secondo Duraccio “sono molto impattanti sulle imprese e sui professionisti, perché vanno nella direzione sia di un allentamento del peso fiscale; che di un miglioramento della compliance con gli intermediari: elementi essenziali per la fluida gestione dei rapporti fiscali”.
Anche gli industriali condividono la linea della cautela scelta dal governo nell’ultimo Documento di economia e finanza. «Il perseguimento dell’equilibrio dei conti pubblici è cruciale». Ma «questo significa che le risorse pubbliche disponibili saranno esigue», ha rilevato Confindustria in audizione sul Def con il direttore del Centro studi, Alessandro Fontana. L’associazione imprenditoriale «valuta positivamente la destinazione dei 3 miliardi quest’anno al taglio dei contributi sociali per i lavoratori dipendenti a basso reddito; anche se si tratta di un ammontare esiguo che dovrebbe essere integrato con altre risorse da recuperare attraverso un’attenta revisione della spesa». «Bene» anche i 4 miliardi sul 2024 per la riduzione della pressione fiscale. E servono «le riforme». Una sponda importante, non scontata quella di Confindustria.
La Cgil sta invece sulle barricate Il Documento di economia e finanza – strilla la segretaria confederale della Cgil, Gianna Fracassi- non è adeguato alla fase che sta attraversando il Paese. Il nostro giudizio, rispetto alle scelte che vengono definite nel Def, non può che essere negativo”. “Mancano quelle risposte strutturali per limitare i prezzi e sostenere i redditi da lavoro e pensione, anche per via fiscale” e ”gli interventi necessari per sostenere la coesione sociale attraverso le politiche per l’inclusione a partire dal contrasto alla povertà, il sostegno ai presidi di cittadinanza come sanità, istruzione e non autosufficienza”, secondo il sindacato.
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