È scoppiata la polemica in Assemblea a Roma per la frase del capogruppo FI-Udc Marco Di Stefano e l’aggettivo “avvenente” riferito a una consigliera del Pd. Il caso è esploso durante la seduta del Consiglio comunale. Il capogruppo Di Stefano ha preso la parola: “Sono dispiaciuto, presidente, perché non ha interrotto il lungo dialogo che c’è stato tra l’assessore Veloccia e l’avvenente consigliera Melito“. Ed ecco che è iniziato il casus belli facendo esplodere la protesta in Aula.
L’espressione “avvenente” non è piaciuta ai colleghi democratici che hanno protestato definendo le dichiarazioni “vergognose”. Riccardo Corbucci (Pd) è stato il primo a replicare contro, poi Paolo Ciani (Demos):”I complimenti facciamoli sulle attitudini intellettuali e politiche e non su quelle fisiche”. Di Stefano ha quindi risposto : “Capisco che definire avvenente una donna per molti di voi è una cosa imbarazzante – ha detto -. Io non volevo offendere la consigliera di cui ho grande rispetto; e di cui ho elogiato anche gli emendamenti che ha fatto alla delibera, che ho condiviso. Se a qualche collega di sesso maschile dà fastidio questo elogio alla persona fisica della collega Melito me ne dispiaccio: forse non siete abituati e lo capisco anche”.
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“Siamo stufe che sulle donne si debba giudicare anche l’aspetto fisico. Oltre al resto e di dover entrare in quest’aula sentendoci condizionate su come ci vestiamo”, dice la consigliera Claudia Pappatà (Pd). La consigliera Flavia De Gregorio (Civica Calenda), ha aggiunto : “Siamo stanche di essere etichettate per questioni di carattere fisico: il mio completo sostegno alla consigliera Melito, e che non si ripeta più perché su questo siamo tutti uniti”. “Quando avvengono episodi così vergognosi – ha detto il consigliere Pd Mariano Angelucci – la presidenza prenda provvedimenti”. “Stigmatizziamo e condanniamo questi atteggiamenti e li attenzioniamo alla presidente dell’Aula affinché prenda i dovuti provvedimenti. Non è davvero accettabile rivolgersi a una consigliera in questo modo”.
Sommessamente mi chiedo se ormai non sia più lecito rivolgere un complimento ad una donna. L’apprezzamento estetico nulla toglie allo spessore intellettuale di una persona. Lo stereotipo bella e poco intelligente speravo fosse superato. Mi rendo ahimè conto che siamo ancora indietro anni luce. Mi sarebbe piaciuto sentire questi cori indignati delle donne democratiche quando poco più di una settimana fa a Giorgia Meloni è stato dato della “ demente”. Silenzio assordante. Il solito doppiopesismo democratico . Quando l’offesa è rivolta ad una donna di destra non è mai così grave e non indigna quanto un complimento che se proviene dalla parte “sbagliata” diventa sessismo, senza appello.
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