Nei primi tre mesi accertate Imu e Tasi non pagate per un milione 600mila euro. Il vice sindaco Buvoli: «I controlli funzionano, abbiamo anche corretto le rendite catastali errate»
Non si ferma la lotta del Comune agli evasori delle imposte sugli immobili. Dopo aver archiviato un 2022 nel quale sono stati emessi 2.349 avvisi di accertamento per Imu e Tasi non pagata (recuperati oltre 3 milioni di imposta evasa nell’anno, più altri due di arretrati), il Comune ha diffuso gli elenchi degli accertamenti svolti nei primi tre mesi di quest’anno. Il numero di chi non è in regola, ed è incappato nella stretta rete di controlli, è ancora consistente: 790 contribuenti che negli ultimi cinque anni, in particolare tra il 2018 e il 2019, non hanno versato quanto dovuto di Imposta sugli immobili e di Tassa sui servizi indivisibili (adesso abolita), per un totale di 1 milione 617mila euro. Soldi che ora rientreranno, non si sa in quanto tempo, nelle casse comunali. In attesa, pari importo è stato accantonato nel fondo crediti di dubbia esigibilità e non potrà essere utilizzato per altre spese fino a che non sarà rientrato in cassa il corrispettivo.
Nei primi tre mesi del 2023 gli avvisi di accertamento emessi dall’ufficio tributi per quanto riguarda l’Imu sono stati 574 per un totale di omesso, parziale o tardivo versamento dell’imposta che ammonta a 1 milione 544mila euro. Di questi avvisi sei sono stati poi annullati, mentre altri sette sono stati restituiti al Comune perché non si è riusciti a notificare gli atti agli interessati, per un ammontare di quasi 6.200 euro. Da recuperare restano, dunque, 1.537.864 euro. Sul fronte Tasi, sempre da gennaio a marzo di quest’anno, l’ufficio tributi ha emesso 216 avvisi di accertamento, per un importo complessivo di 83.477 euro. Anche in questo caso, come per l’Imu, si tratta di contribuenti che non hanno pagato l’imposta, oppure l’hanno pagata solo parzialmente oppure in ritardo, e solo dopo che sono stati colti dai controllori con le mani nel sacco. Anche in questo caso, dopo un’ulteriore verifica, un avviso è stato annullato mentre altri due sono ritornati al mittente: il destinatario è sparito e non è stato possibile notificargli l’atto. Il Comune dovrà rinunciare a 2.689 euro, ma ne incasserà 80.788.
«Il numero così alto di chi non ha pagato il dovuto anche all’inizio di quest’anno – dice il vicesindaco nonché assessore al bilancio Giovanni Buvoli – è spiegabile con il fatto che i controlli sui cinque anni precedenti funzionano: di solito, chi ha cercato di fare in qualche modo il furbo un anno, lo farà anche il successivo e poi ancora. Stiamo, dunque, recuperando il gettito perso tanto che ormai da qualche anno non abbiamo più immobili fantasma; tutto, grazie anche alla perequazione catastale, sono stati riportati alla luce e sono stati adeguati dal punto di vista catastale. Basti pensare che l’anno scorso solo di revisione catastale, assegnando una classe congrua agli immobili controllati e, quindi, una tassazione adeguata, abbiamo recuperato 190mila euro».
Per la cronaca, a Mantova esistono circa 55.500 immobili, tra prime e seconde case, capannoni, uffici, negozi, garage, cantine, cinema e teatri.
Di questi, tolte le 14mila abitazioni principali che non pagano l’Imu, i circa 41mila altri edifici danno al Comune un introito di circa 22 milioni di euro, a cui va aggiunta la quota destinata allo Stato, circa 5 milioni di euro.