In Finlandia si vota e la premier Sanna Marin, la politica più giovane al mondo diventata leader di un governo e che all’epoca aveva 34 anni, potrebbe non ricoprire più l’incarico. Dalle domenica mattina sono stati aperti i seggi in cui circa 3 milioni di elettori sceglieranno i 200 membri del parlamento monocamerale (Eduskunta) per una legislatura di quattro anni. Marin, 37 anni, che si è ritagliata un ruolo forte e di contrasto alla Russia, è in bilico nonostante la sua popolarità sia sempre molto alta. Il caso del video in cui la premier ballava ad una festa privata – e per cui ha dovuto chiedere scusa e sottoporsi a un test antidroga risultato negativo – non ha scalfito la popolarità della giovane premier. E se dovesse uscire sconfitta dalle elezioni non sarà quindi questo il motivo.
Sono stati l’economia, il cambiamento climatico e altre questioni che riguardano la vita quotidiana degli elettori, come l’istruzione e i benefit sociali, dominare la campagna elettorale. La creazione di posti di lavoro e il rapido aumento del debito pubblico finlandese sono questioni che probabilmente preoccuperanno il prossimo governo del Paese nordico, che conta 5,5 milioni di abitanti. “Soprattutto, dobbiamo puntare alla crescita economica e a una maggiore occupazione”, ha dichiarato Marin in una recente intervista all’emittente pubblica finlandese YLE. “Se non riusciamo a fare queste due cose, non saremo in grado di ridurre il nostro indebitamento e non riusciremo a bilanciare la nostra economia”. Sebbene l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia abbia spinto la Finlandia a chiedere l’adesione alla Nato nel maggio 2022, né la storica decisione di abbandonare la politica di non allineamento né la guerra sono emerse come temi principali della campagna elettorale.
Il partito socialdemocratico Sdp è dato negli ultimi sondaggi stabilmente al 19% (aveva ottenuto il 17,7% nelle elezioni del 2019, con 40 seggi). A insidiarle il primato sono la sovranista anti-immigrati Riikka Purra (a sinistra nella foto), del partito dei Finlandesi Veri (Finns), accreditata, come la premier uscente, intorno al 19%, in ascesa (aveva il 17,5% nel 2019, 39 seggi), e anche la Coalizione nazionale, partito di centrodestra guidato da Petteri Orpo, che ha circa il 20% (17% nel 2019, 38 seggi). Il partito Centro guidato da Anneri Saarikko, popolare nelle aree rurali, è in calo a circa il 9% (13,8% nel 2019, 31 seggi) come lo sono la Lega Verde di Maria Ohisalo (11,5% nel 2019, 20 seggi). L’Alleanza di Sinistra di Li Andersson (8,2% nel 2019, 16 seggi) resta stabile nelle stime di voto come anche gli Autonomisti svedesi, guidati da Anna-Maja Henriksson, al 4,5% (9 seggi nel 2019).
L’attuale governo guidato da Sanna Marin è una coalizione formata dai suoi socialdemocratici (Sdp), da Centro, Lega Verde, Alleanza di Sinistra e Autonomisti svedesi. L’Sdp e gli altri partiti della coalizione di centro-sinistra escludono qualsiasi alleanza postelettorale con l’ultradestra di Purra, come lo fa anche il Centro, che però non intende allearsi più neanche con la sinistra. L’incognita resta quello che farà il centro destra della Coalizione nazionale, se dovesse sopravanzare il partito di Marin e avere la maggioranza relativa. I seggi chiudono alle 20 locali (le 19 in Italia). Ma all’apertura stamani il 40% circa degli aventi diritto, pari a 1,7 milioni, aveva già espresso il proprio voto in anticipo.
L'articolo Elezioni in Finlandia, la premier Sanna Marin in svantaggio nei sondaggi. Ma se perderà non sarà per il video delle festa proviene da Il Fatto Quotidiano.