«Chi parcheggia in piazza Insurrezione lo fa per comodità e non andrebbe mai a parcheggiare all’ex caserma Prandina, che dista 15 minuti dalle piazze». La questione dei parcheggi del centro storico rischia di diventare causa di frizioni in maggioranza.
L’assessore alla mobilità Andrea Ragona, in giunta grazie a Coalizione civica, non ha gradito la posizione dei sette consiglieri della lista civica del sindaco Giordani, che hanno parlato di una sua fuga in avanti sulla possibile chiusura del park Insurrezione. I sette “giordaniani” avevano ribadito di essere favorevoli alla chiusura, ma solo davanti all’alternativa di un park potenziato alla Prandina.
Mentre Ragona, in settimana, aveva ventilato come ipotesi più che realistica la pedonalizzazione della piazza nel 2023 senza toccare però i 250 posti alla Prandina.
«Dopo dieci anni che si parla di liberare piazza Insurrezione, secondo la lista Giordani sarebbe un tentativo di forzare la mano sulla questione – è la replica dell’assessore Ragona – Francamente penso sia arrivato il momento di prendere delle decisioni. Il tempo delle dichiarazioni di intenti è ormai ampiamente superato.
Esistono tutte le condizioni per studiare un piano che possa arrivare al 2024 con la chiusura del park Insurrezione. I dati del nuovo parcheggio Porte Contarine dimostrano in maniera oggettiva che ha ampia disponibilità per sopperire a piazza Insurrezione da cui dista solo 2 minuti. La questione sta diventando ideologica, visto che la Prandina dista almeno 15 minuti dalle piazze».
Il park Contarine però non esiste da ieri. Sono state riviste le tariffe, pareggiate a quelle di Insurrezione, ma non sono stati aggiunti posti auto.
«Chi oggi parcheggia in piazza Insurrezione può farlo comodamente alle Contarine, dove esistono dei servizi non presenti negli altri spazi – insiste Ragona – Senza considerare che, in realtà, esiste già un parcheggio alla Prandina, sottoutilizzato e con una tariffa inferiore del 60% rispetto a quella di piazza Insurrezione.
Sono pronto a collaborare per ottenere insieme il risultato, ma se la lista Giordani è contraria alla chiusura lo deve dire chiaramente, senza nascondersi dietro un “ci piacerebbe ma...”».
Sul tema però c’è anche la versione di Aps Holding, che gestisce tutti e tre i parcheggi e probabilmente ha gli strumenti maggiori per scattare una fotografia neutrale, anche perché nelle sue casse dal park Insurrezione entrano 1,5 milioni di euro all’anno.
«Il park Prandina e quello in piazza Insurrezione non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro – risponde Riccardo Bentisk, amministratore delegato di Aps – Ognuna ha un suo ruolo specifico, ma non sono intercambiabili.
Ovviamente più sono le aree di sosta in centro storico e meglio è, ma non è la Prandina l’elemento determinate che può portare alla chiusura di piazza Insurrezione. Ci vuole concertazione con l’amministrazione per rafforzare il sistema generale della sosta».