Ecco come la Questura ricostruisce l’episodio: il ragazzo avrebbe avuto un atteggiamento violento
«Per ben tre volte gli è stato mostrato il tesserino di riconoscimento e anche il dispositivo manuale di segnalazione». In una nota la Questura ricapitola quello che sarebbe successo nella tarda serata del 16 dicembre 2022, in via Einstein, nella zona di Montà. È il caso del 17enne che accusa la polizia di averlo scambiato per un pusher e picchiato. Un caso per cui 4 agenti sono indagati e c’è anche un’interrogazione della senatrice Ilaria Cucchi.
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Tutto inizia quando i poliziotti della Sezione Criminalità Diffusa della Squadra Mobile della Questura di Padova, ufficiali e agenti, notano un ragazzo avvicinare un coetaneo. Dopo un brevissimo contatto, secondo la polizia sospetto, i due si allontanano in direzioni opposte.
I due giovani vengono fermati per un controllo ed è a questo punto che le versioni, quella dei poliziotti e quella di uno dei due giovani, 17enne, si fanno discordanti.
Da una parte i poliziotti che sostengono di essersi identificati e di aver subito una reazione aggressiva e violenta da parte del ragazzo, denunciato per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale.
E quella del 17enne che invece dice che gli agenti non si sarebbero identificati e che pensava di essere vittima di una banda di rapinatori, per quello avrebbe cercato di difendersi. Anche lui ha fatto denuncia e quattro poliziotti si trovano ora indagati lesioni volontarie, abuso d’ufficio, calunnia e falso ideologico. Va detto però che l’iscrizione nel registro degli indagati al momento è un atto dovuto, per consentire tutti gli accertamenti.
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La Questura ha diffuso una nota. Nessun commento sull’accaduto, semplicemente il racconto di ciò che per loro sarebbe accaduto quella notte. Mentre uno dei due giovani avrebbe mostrato il documento regolarmente, l’altro, il 17enne poi denunciato, si sarebbe opposto.
«Durante il controllo tentava la fuga spintonando violentemente uno dei poliziotti, il più alto in grado e anche il più anziano, il quale cadeva a terra impattando sulla bicicletta del giovane, riportando contusioni e frattura dello scafoide per un totale di 40 giorni di prognosi», si legge. «Solo con l’ausilio di altri due operatori è stato possibile mettere in sicurezza il giovane, dato l’atteggiamento violento e aggressivo».
A questo punto sarebbe scattata la perquisizione, con esito negativo. Il ragazzo «apparso visibilmente alterato, con alito vinoso e poco collaborativo, giustificava la sua reazione affermando di non aver creduto che si trattasse di un controllo di polizia, malgrado per ben tre volte gli fosse stato mostrato il tesserino di riconoscimento ed anche il dispositivo manuale di segnalazione». Subito denunciato il 17enne è stato «riaffidato ai genitori, informati e fatti intervenire nell’immediatezza».
«Un altro operatore», si legge infine, «ha riportato traumi contusivi con una prognosi di giorni 3. Allo stesso minore, ricorso alle cure mediche, veniva riconosciuto sul momento una prognosi di 5 giorni».
Quando viene accompagnato al Pronto Soccorso dalla mamma, la sera stessa, il 17enne racconta di essere stato «aggredito da parte di esponenti delle forze dell’ordine in borghese con pugni e calci al capo», si legge nel referto, dov’è scritto anche, secondo quanto raccontato dal giovane «è stato sbattuto a terra con traumi alle ginocchia e ai polsi poi ammanettato. (Gli agenti) avrebbero riferito di averlo scambiato per altra persona».