foto da Quotidiani locali
Le botte, le minacce, anche con il coltello, i continui insulti. Il bersaglio, lo sfogo della sua rabbia era sempre la moglie, presa di mira anche di fronte ai bambini. E poco conta se fosse incinta. Anzi, in un episodio, mentre la giovane donna era alla dodicesima settimana di gravidanza, l’ha spinta e fatta cadere dalle scale, per puro caso senza conseguenze per il feto.
Il 30 marzo l’uomo, un quarantenne residente nella periferia di Mantova, è stato condannato dal collegio dei giudici presieduto da Gilberto Casari (pubblico ministero Lucia Lombardo) a un anno e sei mesi di carcere, con pena sospesa perché incensurato.
La denuncia e il conseguente via all’iter giudiziario risale al 2020. Ma i fatti si sono verificati in un lasso di tempo più ampio. Dal processo è emerso come l’uomo a casa fosse sempre nervoso, arrabbiato e come se la prendesse continuamente con la moglie. I litigi erano all’ordine del giorno e poco importava se ad assistere ci fossero i bambini.
Minacce e insulti di tutti i tipi. In un episodio, per rendere la minaccia più credibile il marito aveva anche puntato un coltello alla moglie. C’erano stati calci, spintoni e pugni. Durante un litigio portato all’estremo, il quarantenne aveva spinto la donna, incinta alla dodicesima settimana, e l’aveva fatta cadere dalle scale. Solo un miracolo ha voluto che la ragazza non riportasse gravi ferite e non perdesse il bambino.
A un certo punto però – anche grazie alla segnalazione dell’ospedale – era scattata la denuncia per maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’uomo. Ennesimo caso da codice rosso che ha portato all’allontanamento dell’uomo dalla casa, poi al processo. Nel frattempo – è emerso in aula – la situazione tra i due ha cominciato a migliorare. Il marito si è sottoposto a un percorso di supporto psicologico ed è tornato in famiglia.
