Dieci anni fa moriva, a 74 anni, Franco Califano. Paroliere, poeta, scrittore, cantante, attore, playboy: il Califfo è stato un protagonista assoluto del mondo dello spettacolo e della cultura.
Una vita da irregolare e controcorrente, vissuta contro vento, in cui non si è fatto mancare nulla: dai vizi alle disavventure giudiziarie, dai grandi amori alle profonde amicizie. “Un bastardo venuto dal Sud”, è il titolo del primo album (1972) di Califano. Sui primi anni di carriera è incentrato il documentario Califfo a Roma reperibile in questi giorni su Raiplay:una giovinezza vissuta fra cliniche, collegi, carceri. E soprattutto le donne: protagoniste assolute e centrali della sua vita.
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Il successo come cantante arriva nel 1977 con “Tutto il resto è noia”, secondo la rivista specializzata Rolling Stones, 57esimo album più bello della storia della musica italiana.
Il cantautore romano era una miniera di aforismi e di citazioni. Per ricordare al meglio il Califfo ecco alcune frasi che ne disegnano il personaggio e dieci sue canzoni memorabili. Valgono più di una biografia.
«La mia è stata una vita di corsa. Ho corso sempre. E quando ero giovane correvo, correvo verso via Veneto». Califano a Raidue (1981).
«Io sono liberale, anticomunista. Ho chiesto al sindaco Alemanno, mio caro amico, di poter cantare in qualche bella piazza. E lui mi ha fatto un meraviglioso regalo. Per 5 anni mi hanno impedito di cantare perché mi hanno bollato come uno di destra». (Intervista al Messaggero del 14 settembre 2008) .
Nel 2007 il Pdci scelse come slogan della Festa nazionale della cultura Tutto il resto è noia. Lui commentò: «Se penso a ’sti comunisti che manco m’hanno mai invitato a canta’ alle loro feste e poi se so’ rubbati la mia canzone più famosa…».
Sulla sua lapide, per sua richiesta, compare la scritta “Non escludo il ritorno”, titolo dell’omonima canzone con cui prese parte al Festival di Sanremo 2005.
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