L’ex cinema Altino potrebbe diventare un ristorante. Il sindaco Sergio Giordani ha ricevuto, insieme all’assessore al commercio ed edilizia privata Antonio Bressa, i rappresentanti padovani di un gruppo francese interessato all’acquisto del cinema di via Altinate, chiuso ornai da vent’anni e di proprietà della famiglia Bastianello, storico nucleo del gruppo Pam.
Sulla riunione c’è il massimo riserbo da parte di tutti, nel timore che la trattativa possa essere turbata.
Nonostante le bocche cucite, sembra però che i francesi abbiano presentato un’offerta vicina ai 4 milioni di euro per l’acquisizione dello stabile, più altri 2 milioni per la riqualificazione o da investire nei luoghi di cultura confinanti.
Ed è qui che entrerebbe in gioco l’amministrazione, in una partita che resta comunque tra privati. L’offerta nasce con l’obiettivo di realizzare un ristorante, ma anche un polo culturale da appaiare al San Gaetano, al conservatorio Pollini ed eventualmente all’auditorium di piazza Eremitani. Anche qui, le trattative sono state riavviate con Banca Intesa e Fondazione Cariparo.
Il ruolo di Giordani dovrebbe essere duplice per il caso Altino: quello di concedere permessi e cambi di destinazione d’uso, pretendendo però in cambio un investimento nella zona. Anche in questo caso però, non si muove foglia senza il permesse della Soprintendenza e del più alto in grado in via Aquileia, Vincenzo Tiné.
L’Altino è stato chiuso nel 2003. Da allora sull’ex cinema ci hanno messo gli occhi un po’tutti. Subito dopo lo stop alle pellicole, sembrava già chiuso l’accordo per realizzare un megastore commerciale di boutique d’abbigliamento.
All’epoca era stata una società milanese a farsi avanti per prendere in affitto i locali che si trovano all’angolo tra le via Cassan ed Altinate, ma il progetto tramontò dopo pochi mesi.
A quello ne seguirono altri, senza però mai arrivare alle firme dai notai e lasciando che la struttura si deteriorasse e subisse anche diverse occupazioni. Il cinema Altino è stato inaugurato nei primi anni Sessanta.
È dotato di 500 posti a sedere e per molti anni è stata considerata la più bella e funzionale sala cinematografica della Padova bene. Ha ospitato anche le prime nazionali di spettacoli poi diventati capolavori.
Nel 2017 l’assessore Bressa, a braccetto con il collega alla cultura Andrea Colasio, parlava così: «Contiamo di trovare una soluzione in due anni, per restituire alla città dei luoghi di cultura che oggi sono veri e propri buchi neri» riferendosi all’Altino e al Concordi, due cinema cittadini travolti dalla crisi del grande schermo e rimasti nel limbo dell’abbandono dopo l’avvento delle multisala.
Al Concordi stanno lavorando ormai da quasi 2 anni, per realizzare un’attività di ristorazione di qualità al piano terra e uffici e appartamenti di lusso ai piani superiori.
Luoghi che resteranno in uso alla famiglia dei proprietari, formata da Paolo Stimamiglio e i figli Massimiliano e Ferdinando, titolari della Stiferite, azienda leader per la produzione di isolanti termici in schiuma poliuretanica.
All’Altino invece per ora le cose non sono andate secondo i piani dell’amministrazione Giordani, che però sta portando avanti questa trattativa in gran riserbo con i francesi e la famiglia Bastianello, nel tentativo di restituire alla città se non un cinema almeno il luogo. —