PORDENONE. L’attivazione del fondo di Stato per le vittime di frodi finanziarie, rimasto sulla carta dal 2005, riapre in prospettiva anche la partita degli indennizzi ai risparmiatori che hanno perso i loro averi investendo nel Forex con il gruppo Venice e che finora non sono stati risarciti.
Le 726 parti civili nel processo che vedeva imputati il trader Fabio Gaiatto e i suoi collaboratori, hanno ricevuto 230 euro a testa tramite bonifico: fra loro sono stati spartiti i risarcimenti ottenuti dalla procura dai dieci imputati che hanno patteggiato.
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I decreti attuativi del fondo vedranno la luce dopo diciotto anni di attesa: avrebbero dovuto essere emanati entro 30 giorni dall’entrata in vigore della sua legge istitutiva, risalente al 2005.
Per la svolta c’è voluta una pronuncia del Tar del Lazio, adito dall’avvocato Corrado Zasso, con il collega Fabrizio Rulli, per conto di 34 suoi assistiti, vittime di una frode finanziaria, a fronte di una sentenza passata in giudicato che ha confermato le statuizioni civili, pur dichiarando prescritto il reato.
Il Tar ha ordinato al ministero di trasmettere, entro 90 giorni, la proposta di decreto alla presidenza del consiglio dei ministri per l’adozione del relativo dpcm, altrimenti vi provvederà il commissario ad acta, nominato sempre dal Tar.
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Intanto a maggio è stato fissato in Cassazione l’ultimo round, sul caso maxitruffa, per Gaiatto. Il suo avvocato Guido Galletti ha presentato ricorso straordinario per errore di fatto nella procedura, dopo che nell’agosto dello scorso anno la suprema Corte aveva rigettato il ricorso contro la sentenza d’appello (dieci anni di reclusione per l’ex trader).
Al tribunale di Pordenone intanto proseguono, dopo lo stop legato alla pandemia, i processi nei confronti degli altri coimputati.
L’istanza di indennizzo al ministero «è una delle possibilità che vanno sicuramente esplorate» ad avviso dell’avvocato Luca Pavanetto, che assiste oltre trecento risparmiatori che hanno investito con il gruppo Venice.
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Il legale ha quantificato il danno subito dai suoi assistiti in circa undici milioni di euro, più gli interessi. «A suo tempo avevamo fatto i pignoramenti ai coimputati di Gaiatto, man mano che le sentenze diventeranno definitive, vedremo di trasformare i sequestri conservativi in ipoteche».
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L’avvocato Daniela Magaraci, che al processo sulla maxitruffa ha assistito l’associazione dei consumatori Codacons e cinque privati, prende in considerazione l’eventualità della richiesta di indennizzo al ministero «nel momento in cui sarà possibile e i clienti si renderanno disponibili a presentare l’istanza». «È una buona speranza per poter ottenere qualcosa. A oggi i risparmiatori non hanno avuto ancora un risarcimento». —
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