Air India ha confermato ufficialmente il maxi ordine per 470 jet di Airbus e Boeing fatto all’indomani dell’approvazione del piano di rilancio del vettore passato sotto i controllo di Tata. Gli accordi provvisori (tra ordini confermati e opzioni possibili) includono 220 aerei di Boeing e 250 di Airbus segnando un nuovo record nella maggiore commessa fatta da un singolo operatore. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, riferendosi all’impatto della commessa sul principale costruttore aeronautico americano, ha definito l'accordo storico congratulandosi telefonicamente con il primo ministro indiano Narendra Modi.
Boeing fornirà 190 esemplari 737 Max, venti di B-787 Dreamliner e dieci B-777X. L'ordine verso Airbus include invece 210 aerei A320neo e 40 unità di A350. Insieme ad altri 25 jet Airbus da noleggiare all’occorrenza, l'acquisizione complessiva raggiunge quindi il numero di 495 jet, una cifra enorme che ha avuto come effetto quello di mandare il rialzo le azioni Boeing dell'1,3% e quelle di Airbus dello 0,3%. Il nuovo Ceo di Air India, Campbell Wilson, sta lavorando per rilanciare la reputazione della compagnia aerea a livello mondiale e scrollarsi di dosso l’immagine di vettore con una flotta obsoleta che fornisce un servizio scadente.
Di fatto l’accordo ha una grande importanza politica ed economica, come ha confermato il ministro Modi durante una videoconferenza alla quale partecipava anche il presidente francese Emmanuel Macron: “Questo importante accordo mostra, insieme all'approfondimento delle relazioni tra India e Francia, i successi e le aspirazioni del settore dell'aviazione civile in India; l'accordo sull'aviazione indiana avrà ricadute industriali notevoli in diversi settori, anche riguardanti la ricerca, con l'ambizione di portare in India la produzione di aerei commerciali.” Storicamente questo ordine di Air India supera l'accordo fatto oltre dieci anni fa da American Airlines per 460 velivoli Airbus e Boeing, ma ad arrivare per primi in servizio saranno 25 B-737 Max nuovi di zecca e sei Airbus 350 nella seconda metà del 2023, con consegne che aumenteranno progressivamente fino al 2028.
L’accordo vale decine di miliardi di dollari e colma il rallentamento dovuto dalla pandemia e dalla frenata del mercato cinese. Ma soprattutto, l'India in questo modo invia un forte segnale politico: dimostrare di voler restare agganciata all’orbita occidentale in un momento in cui è apparsa invece ambigua sull’opportunità di comminare sanzioni alla Russia. Come ricaduta l'accordo include un'importante commessa anche per il produttore di motori Cfm International, la joint venture tra General Electric e la francese Safran; così come per il costruttore rivale Pratt & Whitney, mentre i jet più grandi saranno alimentati da turboventole General Electric e Rolls-Royce.
Per questo motivo anche il primo ministro britannico Rishi Suniak ha affermato che l'accordo “creerà nuovi posti di lavoro nel cuore dell’Inghilterra”, riferendosi allo stabilimento Boeing di Sheffield. Importante anche la ricaduta per la filiera italiana: Umbra Group di Foligno produce diverse componenti importanti per entrambi i costruttori e Leonardo gestisce lo stabilimento che realizza parti della fusoliera del Boeing Dreamliner a Grottaglie (Taranto). Ma in Italia vengono costruite anche altre parti per i velivoli dei due principali costruttori mondiali, così il maxi ordine indiano porterà lavoro anche ai distretti aerospaziali piemontese, lombardo e pugliese coinvolgendo quasi 200 realtà tra le piccole e medie aziende.