Ragusa, 19/02/2023 – Dopo la finestra per le qualificazioni agli europei, che ha visto l’Italia completare un percorso netto con le vittorie in Lussemburgo e Svizzera, la Passalacqua Ragusa, priva della lituana Laura Juskaite, infortunatasi (frattura della clavicola sinistra) nella partita persa dalla propria nazionale contro l’Ucraina, e con una Kristine Vitola a referto “per onor di firma”, ha ceduto malamente ad una buonissima Parking Craf Crema al secondo successo consecutivo dopo quello interno di settimana scorsa, contro il Geas Sesto San Giovanni.
Se “il buongiorno si vede dal mattino”, i 19 punti subìti nei primi 5’24” dalle padrone di casa, la difesa inesistente e i passaggi non “puliti” (ottimi i raddoppi e la pressione delle ospiti), erano un pessimo “biglietto da visita”.
In area le cremasche hanno fatto quello che hanno voluto per lunghi tratti del match. La squadra di coach Lino Lardo ha aumentato l’intensità difensiva nel secondo periodo, ribaltando il risultato (46-45 al ventesimo). Dopo il “tè caldo”, le ragusane si sono presentate, facendo un copia e incolla, nello stesso identico modo rispetto all’inizio (2-8 in 2’53”). La “goccia che ha fatto traboccare il vaso” è stata il quarto fallo commesso da Keisha Hampton al minuto ventuno.
Beatrix Meresz a fine terzo periodo ha ridato il +1 alle ospiti. Sul -3, le ragusane, non ancora in bonus, hanno dovuto spendere falli e secondi per mandare, a partita praticamente persa, Jasmine Dickey (la “piccola” straniera non è la migliore scelta della difesa) in lunetta: due su due, “gioco-partita-incontro”.
Quinta “impresa” stagionale per la Passalacqua Ragusa (massimo vantaggio +3), riuscita o fallita, capace di buttarsi via, o “quasi” (due vinte “per miracolo” e tre perse), in due gestioni differenti, peraltro.
Domenica prossima le ragusane faranno visita al Banco di Sardegna Sassari in un incontro propedeutico al quarto di finale dei playoff che (Magnolia Campobasso, Geas Sesto San Giovanni, narcisismo e masochismo permettendo) potrebbe vedere le due squadre sfidarsi “a singolar tenzone”, mentre la Parking Craf Crema ospiterà un Fila San Martino di Lupari “assetato” di vendetta, dopo la sconfitta in casa della Bruschi San Giovanni Valdarno e, soprattutto, dopo l’umiliante 42-86 dell’andata.
Nicole Romeo 6: non una prova in cui ha sprigionato tutto il suo talento, se non a tratti ed a piccole dosi.
Beatrice Attura 5,5: lei non “ha tirato indietro la gamba”, ma non è stato un contributo sufficiente il suo.
Keisha Hampton 5: nel primo tempo, lei è stata l’attacco delle sue (assieme a Kristine Anigwe), ma al minuto 21 l’arbitro “ha spento la musica”, fischiandole il quarto fallo personale. Non si capisce se sia stata vittima o carnefice.
Kristine Anigwe 7: a parte un sanguinoso errore da sotto, “è tornata”, dopo due partite, in doppia doppia. Doveva essere meglio coadiuvata dalle compagne.
Francesca Dotto 5,5: un’americanata in un 2 contro 0 (ci voleva “fegato” a non mandare a canestro una compagna) non vale tanto quanto una sanguinosa palla persa nel finale.
Melaine Olodo s.v.
Chiara Consolini 5,5: della serie “vorrei ma proprio non riesco”. Le intenzioni erano buone, ma l’esecuzione un po’ meno.
Samantha Ostarello 6: partita in starting five, ha portato ben 15 punti alla causa. Non così efficace, o a suo agio, sotto le plance.
Rae D’alie 7: 10 punti, 6 assist e 6 rimbalzi sono stati “manna dal cielo” per le sue.
Francesca Melchiori 6: giocatrice da starting five che ha fatto benino “l’ordinaria amministrazione”.
Alice Nori 5,5: ha fatto quel che ha potuto. Certo non è stata all’altezza delle due lunghe a cui è subentrata.
Anastasia Conte 6: non devastante come all’andata, la classe 2000 tuttavia ha fatto rifiatare, senza farle rimpiangere troppo, le titolari.
Masseny Kaba 7: avvantaggiata da qualche assenza delle padrone di casa, si è fatta rispettare al cospetto di Kristine Anigwe e Samantha Ostarello.
Norma Rizzi 6: “cambio delle piccole”, ha fatto il compitino.
Jasmine Dickey 7: ottima la sua prova da 17 punti e 18 di valutazione. La sua mano non ha tremato nel finale.
Beatrix Meresz 6,5: una straniera può fare anche di meglio, ma lei non ha demeritato affatto.
Paola Caccialanza s.v.
Salvatore Lo Magno
edito da Fabiola Jenco
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