Il papà della giovane assassinata a Castiglione delle Stiviere alla cena coi volontari: «Vorrei fondare l’associazione You Are Not Alone»
Gli amici e i volontari che hanno partecipato alle ricerche di Yana Malaiko, la 23enne uccisa il 20 gennaio scorso, si sono ritrovati sabato sera, 18 febbraio, alla pizzeria La Capanna.
Un nuovo lungo e caloroso abbraccio alla famiglia di Yana, al padre Oleksandr e alla madre Tatiana, da parte dei castiglionesi, a una settimana dai funerali della giovane barista, ritrovata senza vita dopo giorni di estenuanti ricerche nelle campagne al confine con Lonato del Garda.
L’appuntamento di sabato sera, una cena sull’onda della solidarietà tra chi ha cercato in ogni modo di aiutare la famiglia, compreso l’avvocato Angelo Lino Murtas che ha seguito sin dall’inizio gli sviluppi della vicenda, è stata l’occasione per ragionare sulle iniziative per portare avanti il ricordo di Yana.
«Un momento alla ricerca di un po’ di serenità, con molte persone, oltre 70, che si sono ritrovate – racconta Alessia Barbetta, una delle ragazze che hanno dato vita al gruppo WhatsApp che ha coordinato i gruppi di volontari nei giorni delle ricerche – per ribadire un concerto importante: nessuna vendetta, ma che sia fatta giustizia. Questo chiediamo, nessuno di noi vuole in nessun modo vendicarsi, ma chiediamo che sia fatta giustizia in modo equo».
Un’occasione, questa della cena, che accresce l’amicizia e l’empatia che anche i criminologi presenti alla serata ritengono essere “più unica che rara” quando avvengono accadimenti di questa entità.
Il padre di Yana, Oleksandr, ringraziando i presenti, ha poi voluto ricordare che il suo intento sarebbe quello di aprire un’associazione intitolata alla figlia, You Are Not Alone, dalle iniziale del nome della ragazza , con la quale portare avanti quanto ha ripetuto in piazza a Castiglione delle Stiviere, nei giorni delle ricerche, e poi nelle trasmissioni televisive che lo hanno ospitato: «Se qualche donna è in difficoltà deve denunciare alla Polizia, o al padre o agli amici, le persone che fanno violenza di ogni tipo su di lei».
L’associazione, dunque, vorrebbe aiutare le donne che ci trovano in difficoltà. Ma non solo. Come è stato spiegato durante la serata si rivolgerebbe anche agli uomini. A tutte quelle persone, insomma, che accettano, perché lo riconoscono, di essere in difficoltà e di avere bisogno di aiuto.
Nel corso della cena, poi, sia l’avvocato Murtas che i criminologi che stanno lavorando con i legali della famiglia, hanno ribadito la necessità che ci sia una giusta pena per chi ha commesso questo delitto. «Per noi è stata una serata speciale – ha concluso Barbetta – perché comunque ancora una volta è stato riconosciuto da tutti il fatto che raramente si vede un gruppo di persone che si attiva in modo così deciso per dare una mano. Questo pensiero ci ha fatto piacere».
Il gruppo si era attivato subito dopo i primi giorni di ricerca, dopo l’appello del padre Oleksandr, in piazza San Luigi, che aveva chiesto l’aiuto di chiunque avesse visto o sentito qualcosa. Al momento Dumitru Stratan, il presunto assassino, resta in carcere, mentre le forze dell’ordine proseguono con le indagini sulle auto e sui telefoni.