Niente da fare per Jannik Sinner. L’azzurro ha lottato, ma è costretto a perdere la seconda finale della carriera delle nove affrontate nel massimo circuito internazionale. A Rotterdam (Paesi Bassi), l’azzurro si è dovuto arrendere al russo Daniil Medvedev (n.11 del ranking), uscito vittorioso in rimonta per 5-7 6-2 6-2. Una partita che si è conclusa in 2 ore 31 minuti di gioco in cui da un lato si sono confermati miglioramenti di Sinner e dall’altro le attuali distanze, come continuità di rendimento al servizio soprattutto. Per il russo è arrivato, quindi, il 16° titolo in carriera, l’ottavo a livello indoor e da domani sarà n.8 del mondo, tornando in top-10, mentre Sinner salirà al n.12.
Nel primo set l’avvio di Sinner è convincente e con grande profondità nei suoi colpi conquista il break. Medvedev, però, reagisce immediatamente nel settimo game, pareggiando i conti nel turno al servizio successivo. Scambi estenuanti da una parte all’altra del campo, con Sinner che si spende moltissimo per tenere il ritmo del russo e nel dodicesimo game matura un 7-5, con alcuni colpi d’alta scuola firmati dall’altoatesino.
Nel secondo set, però, la partita cambia. Jannik, forse, risente delle fatiche delle due settimane di partite e la sua efficienza in tutti i fondamentali cala. Nello stesso tempo, Medvedev sale nettamente di livello, minimizzando gli errori e facendo fare il tergicristallo all’azzurro. Ne conseguono due break nel primo e nel quinto game. Jannik tenta una reazione, ma Medvedev annulla le tre chance del parziale contro-break e archivia la pratica sul 6-2.
Nel terzo set il canovaccio del confronto è il medesimo. L’italiano dà fondo a tutte le sue energie, ma soprattutto con il dritto fatica a trovare il campo, mentre Medvedev sa affrontare i momenti topici alla grande. Il riferimento è al break del terzo game e alla palla del contro-break annullata nel quarto gioco. Nei fatti la partita finisce un po’ lì perché a Sinner si spegne proprio la luce e così il 6-2 arriva puntuale.
Leggendo le statistiche si evidenzia il dato dei 31 vincenti associato ai 30 errori dell’azzurro, rispetto ai 20 vincenti e 17 gratuiti del russo, senza contare il 57% di prime in campo rispetto al 69% del russo. In sostanza, ci sono dei progressi, ma ancora non basta.
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