“Con Renzi abbiamo due idee diverse. Io sono per il partito unico subito, Renzi più tardi. Lui dice dopo le europee, ma per me non ci arriviamo alle europee. Va fatto subito. Ma c’è un confronto che è pubblico”. Separati in casa? Calenda non ha toni concilianti con il suo partner del Terzo Polo. Morde il freno Tagadà, su La7, aggiungendo: “Io voglio partire subito, non c’è tempo, da marzo con la scrittura del manifesto politico, con i valori, con il partito dal basso. Non credo che Renzi dirà di no”. Lancia segnali all’ex premier, insulta gli elettori (“Non hanno sempre ragione”), scrive al Corriere e peggiora le cose ed p un fiume in piena da Toziana Panella. Sembra che il clamoroso flop alle Regionali di Lazio e Lombardia lo faccia sentire prigioniero di un matrimonio di convenienza con Renzi. C’è maretta su tempi e modi per procedere al partito unico tra Uv e Azione.
Dice dell’ex premier: “Renzi non mi sta antipatico. Non siamo amici, facciamo un percorso politico perchè condividiamo alcune cose. Non siamo mai stati amici, in politica non esistono gli amici ma i colleghi“. La conduttrice lo guarda con gli occhi sgranati, la frase è molto ambigua e sembra a tutti gli effetti aprire un scontro. Calenda procede: “Renzi mi ha dato leadership, ha detto vai avanti tu. Questo lo devo dire con chiarezza. Ci sono due ruoli, Renzi ha fatto un passo indietro”, ha aggiunto il leader di Azione. “Io voglio partire subito, non c’è tempo”, incalza ancora il leader del Terzo polo riferendosi al partito unico. I toni non sono propriamente concilianti. L’impressione è che i due non andranno molto lontano.
Partito unico sì, partito unico no. Si scontrano due diversi caratteri e modi di intendere la politica dopo il flop elettorale del Terzo Polo. E se il frontman Carlo Calenda ha reagito calcando sulla necessità di darsi una mossa, l’ex premier ha tenuto un profilo diverso e cauto: «È un momento decisivo: serve testa, non pancia», ha detto ai suoi fedelissimi, scrive il Corriere delle Sera. Come in tutte le coppie i due si trovano davanti a un bivio: stare insieme davvero e non solo in apparenza. Replicano da Italia Viva Ciro Buonajuto e Alessia Cappello, nuovi portavoci nazionali di Italia viva: «Renzi ha detto a Calenda, privatamente e pubblicamente, che siamo pronti a fare il partito unico anche subito. Il problema non è il se, né il quando. Ma il come». E poi: «Per noi non c’è nessuna divisione e indietro non si torna».I dilemmi del Terzo Polo si complicano, interviene Mara Carfagna: “Abbiamo detto agli elettori che avremmo fatto un partito unico e che l’avremmo fatto il prima possibile, non dopo due anni, e ora è il momento di mantenere la promessa. Il partito dovrà essere pienamente operativo da settembre per affrontare con slancio le elezioni europee del prossimo anno”, conclude Carfagna.
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