Il primo match sul rosso sudamericano della stagione di Lorenzo Musetti è stata una formalità. Un comodo successo contro Cachin che proietta il tennista carrarino ai quarti di finale dell’Argentina Open 2023.
Vittoria netta che lascia soddisfatto il tennista italiano, come dimostrato nella conferenza stampa post match: “Credo sia stata una partita molto complicata perché le condizioni erano differenti rispetto a quelle che avevo trovato nei giorni in cui mi sono allenato. E’ stata una partita difficile perché Pedro è un giocatore che si esprime bene su questo tipo di superfici e giocava qui in casa. Credo di avere molto ritmo nelle mie gambe e credo sia stata una prestazione solida e ne sono molto felice.”
Condizioni che non hanno minato la solidità mentale espressa da Musetti: “Credo di essere stato molto concentrato sin dal primo punto fino all’ultimo perché sapevo che le condizioni non erano perfettamente ideali per giocare. Con il punteggio dalla mia parte è stato per me più facile giocare, in particolare dopo aver conquistato il primo set. Sentivo molto bene la palla sin dal riscaldamento, credo che il clima più fresco [nella seconda parte del match, ndr] mi abbia aiutato e sono già concentrato per il prossimo che non sarà un match facile.”
Quarti di finale che vedranno il tennista italiano affrontare a sorpresa il qualificato Varillas, giustiziere di Dominic Thiem: “No non ho visto nulla del suo incontro, però sicuramente lui sta giocando bene. Ha vinto una gran partita contro Thiem che ha conquistato due volte il titolo qui a Buenos Aires. Dominic al primo turno aveva vinto contro Molcan che è un ottimo giocatore. Credo che Juan Pablo stia giocando bene. Non l’ho mai affrontato né mi sono allenato mai con lui. Lo conosco poco ma il segreto è fare come oggi: tirare fuori una prestazione solida e sperare che lui non faccia cose fantastiche. Spero sia una partita rilassata, tranquilla ma so che già non sarà così. Sono pronto a lottare.”
Sulla scelta di venire in Sudamerica a giocare sul rosso: “Credo che la superficie che si adatta meglio al mio gioco e dove credo di esprimere il mio miglior livello. Nel futuro non lo so. Nell’ultima parte della scorsa stagione ho giocato molto bene anche sul veloce. Ma le migliori sensazioni le ho sempre avuto sulla terra battuta: quando sono stato avanti due set a zero contro Djokovic e contro Tsitsipas al Roland Garros e quando ho vinto Amburgo. La prima partita vinta in un ATP è stata a Roma contro Wawrinka. È la superficie su cui ho ottenuto i migliori risultati e credo che questo sia stato l’anno giusto per fare il mio esordio nella gira sudamericana.”
Su Eduardo Infantino, ex tecnico del centro federale di Tirrenia (qui un intervista del 2016 con il Direttore Scanagatta): “Eduardo lo conosco molto bene. È un buon amico del mio coach. Il mio allenatore quando ero piccolo mi parlava sempre di lui come un gran coach e all’età di 11-12 anni ho passato del tempo in campo con lui. Siamo stati avversari in campo perché ha allenato Djere ma credo che mi abbia dato molti consigli. È una brava persona che ha fatto il massimo possibile quando ha lavorato per la Federazione e non posso far altro che dirgli grazie per i consigli che mi ha dato sul circuito maggiore.”
Sfida contro Cachin che ha visto due spettatori di un certo spessore, i capitani argentini di Davis Cup e Billie Jean King Cup: “Credo sia stato un onore per me avere la possibilità di incontrare Guillermo Coria in Coppa Davis l’anno scorso a Bologna. Qui a Buenos Aires, invece, ho avuto la possibilità di conoscere Gabriela Sabatini perché siamo stati in una festa all’ambasciata italiana ed è stata molta carina con me. È spettacolare giocare con queste tipo di persone che ti guardano. Sono molto onorato di aver giocato di fronte a loro.”
