foto da Quotidiani locali
Un gruppo di giovanissimi appassionati di videomaker racconta la storia di Este attraverso video ed immagini. Il loro ultimo lavoro è “Bazar 33” un video documentario dedicato alla memoria della Shoah presentato ad Este nel Giorno della Memoria.
Si chiama “Videostoria” il gruppo di studenti che ha dato vita al progetto alcuni anni fa tra i banchi di scuola dell’Istituto Euganeo: «Eravamo al secondo anno di indirizzo informatica, quando quasi per gioco, con l’insegnante di storia è nata l’idea di realizzare un breve filmato animato sull’imperatore Augusto» raccontano i ventenni Giacomo Brochin, Sofia Greggio, Marco Conforto, Davide Bortoletto e Pietro Puozzo «Qualcosa di alternativo che un po’animasse le tradizionali lezioni di storia. Da questo intreccio tra storia locale e storia generale nacque il nostro primo documentario, ma con una scenario degno di nota: il Museo Nazionale Atestino e l’area archeologica di via Tiro a Segno».
Da quella esperienza cominciò “Euganeo Rtv”, la radiotelevisione dell’Istituto Euganeo: «Forse unica iniziativa di questo tipo nel panorama scolastico nazionale. Un’esperienza formativa dal punto di vista tecnico ed organizzativo, dato che non ci occupavamo solo di creare degli episodi ogni settimana – con soggetto, riprese, montaggio – ma anche di organizzare degli eventi a scuola. Delle trasmissioni in diretta con presentatori, ospiti, musicisti e altro».
Con la maturità del 2022 l’avventura volge al termine: «Volevamo continuare a portare avanti quello che avevamo costruito e quindi siamo ripartiti dall’obiettivo originario, sotto le insegne di Videostoria. Un nome che unisce l’interesse per la storia alla volontà di volerla raccontare con un video». La motivazione è cercare di fare crescere la conoscenza o la curiosità verso il patrimonio storico, culturale, artistico o architettonico «E lo facciamo attraverso i documentari, che raccontano quell’esperienza diretta con la materia del passato che ciascuno di noi può avere indagando le vicende nascoste dietro un palazzo, una chiesa, una statua, una targa, emergenze di cui le nostre città sono piene e che hanno bisogno di essere raccontate» concludono Giacomo, Sofia, Marco, Davide e Pietro. ––