di Carmine Di Filippo
Il Reddito minimo adeguato (Rma) raccomandato dall’Ue è cosa buona e giusta. Tutti vivono in maggior sicurezza se nella società non c’è povertà. L’Istat certifica che abbiamo un indice Gini pari a 29,6% e un rischio di povertà pari a 16,8%. Si può fare qualcosa per migliorare le condizioni di vita di tutti in un Paese così bello. L’Italia ha ricchezza almeno per ridurla. Volendo.
Con ‘metodologia solida e trasparente’ l’Istat determina la Soglia di povertà Assoluta (Spa) di un nucleo familiare in base al costo della vita. Varia per aree geografiche e per zone demografiche, oltre che per numero di componenti del nucleo familiare. E rispetta la ‘parità di genere’ perché non fa differenza di sesso. Va apportata qualche correzione per la raccomandazione di adeguare il reddito minimo alle esigenze dei singoli membri del nucleo familiare. Dovrebbe essere la Spa da assumere come Rma e non solo per i lavoratori.
Il lavoro offerto dal mercato non garantisce la piena occupazione e non si elimina la disoccupazione trasformando i disoccupati in occupabili. A chi, anche temporaneamente, si trova in questa condizione va riconosciuta una soglia minima di decente vivibilità. Per i sottoccupati, invece, il ‘sostegno al reddito’ dovrebbe essere di entità tale da incentivare comunque l’occupazione. Per esempio un sussidio pari alla Spa meno il 50% della paga.
Spreco inutile sottilizzare sulle differenze nominali tra reddito ‘minimo’ e ‘di cittadinanza’: sempre sostegno è e ci vuole. Il reddito di cittadinanza per 4,6 milioni di persone ha comportato una erogazione di circa 8,5 miliardi/anno, somma che però è entrata nell’economia reale con un parziale ritorno nelle casse dell’erario. Come quella per il superbonus, del resto. La spesa per il sostegno al reddito potrebbe giungere a essere tripla: bisogna provvedere.
Si può, col controllo degli arricchimenti fuori scala, adesso che il garante della privacy ha consentito il controllo del patrimonio incrociando i dati dei beni posseduti. Si sarebbe anche individuato prima il rifugio di Matteo Messina Denaro se si fosse controllato l’acquisto dell’alloggio da parte di Bonafede Andrea indagando su un’entrata, forse, non giustificata e sottoponendola a tassazione e sanzione.
Si può, con una più equa distribuzione del carico fiscale facendo ricorso a un parametro già noto: l’Isee appena modificato. E si può, con una riforma del sistema pensionistico, anche per sanare le notevoli storture del sistema contributivo. Lo Stato potrebbe garantire il Rma anche ai pensionati lasciando più autonomia di gestire in proprio i contributi oggi obbligatori. Qui non c’è spazio per sviluppare anche questi punti, ma con queste revisioni c’è spazio per recuperare i fondi necessari per garantire il Rma.
‘Per il bene di tutti gli italiani’ e per ‘lasciare un’Italia migliore’ di come l’hanno trovata, vanno abbandonate posizioni ideologico-politiche contro misure positive solo perché adottate da avversari. E posizioni puramente ideologiche contro i ‘fannulloni’ da parte di politici; senza lasciare spazio agli imprenditori di ottenere dal mercato della manodopera prestazioni lavorative perfino da sfruttamento. E’ sbagliata l’idea di eliminare una misura se c’è qualche errore: va corretto l’errore. Mica si possono eliminare le entrate fiscali perché c’è chi evade.
Non vanno eliminate le intercettazioni perché ci sono state esposizioni improprie alla gogna mediatica che peraltro ci sono anche senza quelle. Si perdono le entrate delle confische. Non si liberalizza, con gli appalti senza gara e con subappalti senza limiti, un settore che va fuori controllo e provoca spechi per la lievitazione dei costi delle opere pubbliche. Anche queste operazioni sottraggono entrate all’erario. E poi ci si giustifica che non ci sono le coperture per altre riforme. Però il governo politico è di destra e ha i suoi ‘valori’. Non so in che misura ascolterà la Commissione Ue.
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