Qual è la giornata peggiore per gli amanti (clandestini, s’intende)? Ce ne sono tante. Tutti i giorni di festa, ad esempio, quando il partner è risucchiato dalle incombenze della famiglia ufficiale. Ma la peggiore di tutti è San Valentino. La festa degli innamorati. Destinata alla relegazione e alla solitudine. Ma ora dagli Stati Uniti arriva la moda di celebrare una circostanza alternativa. E nemmeno troppo lontana nel tempo, anzi. Infatti il “Mistress day” cade il 13 febbraio. Addirittura in anticipo. Una piccola rivincita di Cupido. Mentre la festa dei single, ricordiamo, cade il 15 del mese. Un trittico di giornate legate da un tema comune. L’amore. Che è nascosto, che è ufficiale, che proprio non c’è. Capita così che questo 13 febbraio diventi anche l’occasione per riflettere sulle modalità, di queste relazioni clandestine. E’ un ricorrenza birichina, che celebra fedifraghi e infedeli. Quanti sono? Le stime del portale di incontri extraconiugali Ashley Madison la sparano grossa: addirittura il 73 per cento degli italiani festeggia, o lo vorrebbe fare, il Mistress Day. La percentuale sembra enorme, ma tant’è: i nostri connazionali hanno la fama di non essere per nulla integerrimi in campo sentimentale. A pari merito con gli omologhi americani.
Ancora qualche numero dal portale. La festa degli amanti si celebra per il 38 per cento dei casi in un ristorante intimo e appartato. Il 27 per cento va in altri tipi di locale, dove sono state organizzate feste a tema. E il 35 per cento degli infedeli ha la sfacciataggine di fare una doppia prenotazione. Nello stesso posto: il 13 con l’amante, il 14 con il partner ufficiale. Contando ovviamente sulla totale complicità e discrezione del personale. Le scuse più gettonate? Il 54 per cento delle donne usa quella della visita ai familiari. Il 35 per cento degli uomini il soccorso nei confronti di un amico in crisi. Nel dieci per cento dei casi entrambi i sessi s’inventano il classico viaggio di lavoro. Notazione: i maschietti sono sempre più scontati e banali rispetto alle donne nell’inventarsi una giustificazione.
Poi ci sono le statistiche di Alessandro Pellizzari. Un giornalista-blogger definito “epidemiologo di coppia”. Dispensa consigli e alimenta dibattiti con gli esperti. Afferma che il 70 per cento delle amanti pretende un momento speciale subito prima di San Valentino. Il 30 invece lo vuole proprio il 14 febbraio, sperando sia feriale: un fugace incontro in pausa pranzo. Almeno quello. Sono queste le due giornate in cui l’amante-fidanzato (o marito) trascorre 48 ore con i suoi compagni: quello mostrato al mondo e quello nascosto. Le due vite parallele si sfiorano fin quasi a toccarsi. No, non è un momento di gioia. Anzi, ce n’è da farsi venire un attacco di ansia. Nel tempo la situazione si complica. L’amante di una persona impegnata, se è single, vive questa situazione in maniera sempre più afflittiva. Perché ha capito che l’oggetto (anzi, il soggetto) dei suoi sentimenti non mollerà mai la relazione ufficiale. Nonostante le promesse, non ne ha alcuna intenzione. Ecco: soprattutto per le donne amati, nella percentuale di tre quarti, San Valentino è la peggior giornata dell’anno. Quando si realizza che “l’uomo che non rischia per l’amante non lascerà mai la moglie”. E si finisce per rimuginare tutto il giorno.
L'articolo Arriva il ‘Mistress day’, la Giornata degli Amanti che “salva” dagli inghippi di San Valentino proviene da Il Fatto Quotidiano.