Come aveva promesso la dirigente scolastica Letizia Cavallini, l’ingranaggio che porterà alla risoluzione della vicenda della vendita tramite internet di accendini e mutande targati “Beltrame”, si è messo in moto. Se ai ragazzi è arrivata una nota disciplinare, preludio di una sanzione forse ancora più dura, il vicepreside e docente autore della comunicazione in cui informava dell’apertura del sito e-commerce, è intervenuto in prima persona con una lettera di scuse e assunzione di responsabilità in proprio indirizzata a genitori e studenti, in cui peraltro non nasconde la propria delusione per l’accaduto.
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«Con la presente, il sottoscritto inoltra le scuse accompagnate da tanta delusione e amarezza» scrive il docente a poche ore dallo scoppio del caso, «vorrei sottolineare che né il sito dedicato alla vendita, né il logo della scuola è stato in nessuna occasione autorizzato da me e soprattutto dal dirigente scolastico. Assumendomi in toto la responsabilità di quanto accaduto, Vi rinnovo le mie scuse» conclude il vicepreside appellandosi al buon senso di genitori e alunni. Successiva la nota disciplinare indirizzata ai rappresentanti di istituto coinvolti nel caso, un provvedimento disciplinare finalizzato a sanzionare le violazioni del regolamento scolastico o di convivenza civile, un primo passaggio obbligato dell’iter istituzionale, che potrebbe portare alla sanzione disciplinare definitiva.
«Il rappresentante d’istituto ha utilizzato impropriamente il logo dell’istituto disattendendo quanto prescritto dalla dirigenza, che limitava l’utilizzo del logo alle felpe d’istituto, richiedendo venisse apposto su altri prodotti, in particolare indumenti intimi e accendini, che non possono rappresentare in alcun modo lo spirito di appartenenza all’Istituto Beltrame, ma che hanno ridicolizzato tramite il logo il nome della scuola» si legge nella nota, che prosegue: «Tale comportamento rappresenta una grave mancanza di rispetto nei confronti non solo della dirigenza scolastica, ma della comunità tutta».
Nello scritto vengono citati anche altri comportamenti scorretti come l’apertura del sito e-commerce per la vendita dei prodotti giudicati non consoni e la richiesta rivolta alla vicepresidenza della redazione di un comunicato che informasse della vendita di tali oggetti. Ora la sorte scolastica dei ragazzi coinvolti nella “goliardata” dipende da quanto deciderà il consiglio di classe. La vicenda sta facendo discutere non solo la scuola ma tutta la città.
