Diciassette ferite da taglio, almeno due delle quali incompatibili con la vita. Alla testa e al collo, inferte con un coltello da cucina e tali da recidere la carotide e la giugulare. Un accoltellamento durato almeno sessanta secondi. La morte è sopraggiunta per dissanguamento.
Dettagli emersi durante l’udienza di lunedì pomeriggio che ha visto alla sbarra Enrico Zanetti, 55 anni, davanti ai giudici della Corte d’Assise per rispondere dell’omicidio della suocera, Anna Turina, 73 anni, sgozzata nella sua abitazione di Malavicina il 9 dicembre del 2021.
Particolari frutto dell’esame dei due medici legali che hanno dettagliato le ferite e le lesioni riportate dalla donna.
Udienza fiume, quella di lunedì, iniziata alle 9.30 e terminata dopo le 19, quando il pubblico ministero Giulio Tamburini ha preso la parola e sulla base di quanto riferito dai due medici legali, soprattutto quanto illustrato dal medico della difesa, ha contestato all’imputato, a giudizio per omicidio volontario, l’aggravante della crudeltà, una delle aggravanti che presuppone l’ergastolo.
La posizione di Enrico Zanetti potrebbe dunque aggravarsi nell’ipotesi in cui nei suoi confronti dovesse arrivare una sentenza di condanna per la morte della suocera. La contestazione dell’aggravante richiesta dalla pubblica accusa verte sulla perizia che in particolare ha riscontrato sei tagli profondi al collo della vittima e sul fatto che è compatibile anche con il dolo d’impeto.
Nel corso dell’udienza la consulente della difesa ha preso in esame, ad una ad una, tutte le ferite inferte alla vittima. Quelle alla testa, scalpamento compreso, sarebbero conseguenza della sua caduta dalle scale, dalle quale sarebbe risalita con non poca fatica. Ma poi qualcuno le avrebbe infilato un grosso coltello da cucina nella gola, causa della morte. Secondo la consulente della difesa l’avrebbe dunque uccisa un’altra persona. La prossima udienza è stata fissata al 23 febbraio.
