CORSPORT - Se dovesse restare a Trigoria, Nicolò Zaniolo rischierebbe di finire ai margini del progetto di José Mourinho. Ma cosa accadrebbe nel caso di una "separazione in casa"? Il quotidiano ha approfondito i risvolti legali della vicenda con l'avvocato Mattia Grassani.
Avvocato, la Roma potrebbe mettere fuori rosa Zaniolo?
«Mi sembra una soluzione difficilmente praticabile: il diritto di partecipare agli allenamenti con la prima squadra rappresenta da sempre un caposaldo dell'Aic. L'esclusione determina sanzioni di assoluta rilevanza per il club, come la condanna a riconoscere al tesserato un risarcimento almeno del 20% dello stipendio annuo lordo e la reintegrazione oppure, a scelta dell'atleta, la declaratoria di risoluzione contrattuale per grave inadempimento».
Quali "colpe" dovrebbe avere un tesserato per essere escluso dagli allenamenti?
«L'esclusione è consentita soltanto laddove, parafrasando l'articolo 11 dell'accordo collettivo, "le condotte e le situazioni delineate siano tali da non consentire, senza obiettivo immediato nocumento per la Società, la partecipazione del Calciatore alla preparazione e/o agli allenamenti con la prima squadra"».
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Una volta fuori rosa, quali sarebbero gli obblighi del calciatore?
«La società è tenuta a mettere a disposizione del tesserato strutture e staff idonei a mantenere la condizione. Il tesserato deve partecipare alle sedute di allenamento, fermo il diritto di agire a tutela dei propri diritti ove l'esclusione sia illegittima».
La Roma potrebbe escludere Zaniolo dalla lista per il campionato? E dalla lista Uefa?
«Queste esclusioni potrebbero essere considerate legittime perché rispondenti a una scelta dell'allenatore nell'esercizio del proprio potere discrezionale. Non escludo però che il calciatore possa lamentare un pregiudizio, qualora si dimostri che esiste una volontà ben precisa del club che prescinde dalle scelte tecniche».
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