La violazione della detenzione domiciliare, dove stava scontando la pena, per andare al bar vicino a casa è costata al ragioniere ed ex allenatore di calcio delle giovanili Duilio Alù una condanna a dieci mesi di reclusione. A novembre Alù era stato colto in flagrante dai carabinieri della stazione di Pordenone e arrestato per evasione.
Di fronte al giudice monocratico Eugenio Pergola è stato celebrato il processo per direttissima, rinviato a dicembre e che si è concluso ieri con una condanna in abbreviato a dieci mesi di reclusione. Secondo l’avvocato Aldo Masserut, il suo cliente aveva mal interpretato il provvedimento.
«Aveva capito che poteva uscire di casa tre ore al giorno per le proprie esigenze personali, ma non aveva letto che riguardava solo i giorni feriali e non i festivi» ha puntualizzato il legale, aggiungendo che il bar si trova a soli trenta metri dall’abitazione dell’imputato.
«Ci riserviamo di appellare la sentenza una volta lette le motivazioni» aggiunge l’avvocato Masserut. A maggio del 2021 Alù ha patteggiato un anno e due mesi di reclusione, senza la condizionale, per esercizio abusivo della professione di commercialista per 14 anni, falso e appropriazione indebita, con le aggravanti del danno patrimoniale di rilevante entità e dall’abuso di relazioni di prestazione d’opera.
Il ragioniere era stato accusato di essersi intascato oltre duecentomila euro dei clienti, privati e società, somme destinate invece al pagamento delle tasse. A scoprirlo era stata la guardia di finanza di Pordenone.