La città perde un pezzo della sua storia: è mancato all’alba di ieri all’ospedale Cattinara di Trieste, Sergio Burba, titolare dell’omonimo bar di Piazza Grande a Palmanova, la cui famiglia ha alle spalle una lunga storia legata al commercio ambulante di gelato artigianale e di dolciumi. Sergio, che lascia la moglie Arianna e la figlia Elena, aveva 72 anni. La data dei funerali non è ancora stata fissata. Burba si trovava ricoverato all’unità di Terapia intensiva coronarica del nosocomio giuliano a seguito dell’aggravarsi delle patologie cardiache di cui soffriva.
A raccontare Sergio Burba è la figlia Elena, che commossa ricorda l’uomo che è stato non solo per la famiglia, ma anche per la comunità palmarina. «Mio padre – dice –, non ha mai fatto pesare la sua malattia: è stato un nonno molto presente con i miei figli di 6 e 9 anni.
È stato curato amorevolmente dalla mamma con la quale quest’anno avrebbe dovuto festeggiare i 45 anni di matrimonio: adesso e mancato e ne siamo rimasti spiazzati, speravamo superasse anche questa situazione difficile, nonostante l’ultimo periodo sia stato di grande sofferenza. Posso però dire che è stato curato in modo eccellente all’unità di Terapia intensiva, dove abbiamo trovato grande umanità e professionalità: è sicuramente un centro di eccellenza, siamo grati a tutti per quanto fatto per papà».
Sergio Burba, apparteneva a una famiglia palmarina: il padre Addone, era venditore ambulante di gelato artigianale e di dolciumi. Dopo aver frequentato per un periodo il Malignani di Udine e poi una scuola del settore alimentare a Vicenza ha iniziato a fare il venditore ambulante di frutta e verdura, ma negli anni Sessanta la svolta con l’acquisto del bar di Piazza Grande che diventerà il bar Burba al quale si è dedicato con passione e professionalità fino al 1998 quando ha lasciato l’attività. Era tifosissimo del Milan e orgoglioso di aver prestato servizio militare negli alpini. «Papà – ricorda ancora la figlia Elena –, nonostante la disabilità amava frequentare la città, dove era molto conosciuto.
Ogni giorno con la mamma usciva per il caffè, o a giocare la schedina, incontrando così gli amici e i conoscenti con i quali amava scambiare quattro battute. Assieme alla mamma faceva beneficenza in silenzio, perchè questo era il suo modo di essere, discreto e sensibile, e per questo era molto amato».