TRIESTE «La mia candidatura alla presidenza della Federazione pallacanestro in realtà era una battuta ma qualcosa di vero c’è: mi piacerebbe dare una mano al mondo del basket». Chiamato in scena come possibile successore di Gianni Petrucci alla scadenza del mandato presidenziale nel 2024, Stefano Patuanelli, ministro delle politiche agricole nella precedente legislatura, si scosta dalla luce dei riflettori ma, nel suo distinguo, emerge la voglia di riavvicinarsi in qualche modo alla pallacanestro.
Esiste davvero una sua candidatura per il dopo-Petrucci?
Tutta colpa di una battuta. Stavo scherzando con un giornalista, gli ho detto che mi sarebbe piaciuto tornare a dare una mano nell’ambito del basket, un ambiente che ho frequentato da sempre. “Magari alla presidenza?”, ha buttato lì lui. “Ecco, perchè no...”, ma la mia voleva essere solo una battuta.
Però...
Il mandato del presidente Petrucci scade l’anno prossimo e non sarà ricandidabile. Con il numero uno del basket italiano ho un buon rapporto, ero andato io ad accogliere lui e la Nazionale di rientro dai Giochi di Tokyo. Da parte mia non c’è nessuna candidatura, è vero piuttosto che gli ho detto che se posso dare una mano alla Federazione in modo attivo dò la mia disponibilità.
Nelle scorse settimane era spuntato, tra i possibili pretendenti alla presidenza federale, il nome di Giacomo Jack Galanda. Sarebbe stato un bel derby regionale, lei triestino contro un campione udinese.
Fino al 2024 è lunga, chissà quanti altri nomi spunteranno.
Patuanelli e il basket.
Ho giocato fino alla categoria juniores con la mitica Inter 1904 e poi ho allenato tra serie C e D. A Latisana ero con Franco Pozzecco, alla Società Ginnastica Triestina mi sono trovato capoallenatore con due vice dalla grande storia cestistica come Pippo Garano e Rogelio Zovatto. Sono sempre stato legato alla Pallacanestro Trieste, ho seguito le vicissitudini societarie degli ultimi mesi e sono stato vicino al club. Domenica finalmente posso tornare all’Allianz Dome a fare il tifoso e gustarmi la sfida contro Napoli. Mio figlio gioca a basket con l’Azzurra.
Ha detto che le piacerebbe occuparsi di basket. In quale ambito?
Ho avuto modo di conoscere dirigenti e proprietari di diversi club. Esiste un problema di risorse, può avere ambizioni solo chi ha proprietari importanti alle spalle. Dovessi scegliere un settore con cui collaborare, però, penso a quello giovanile. —
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