foto da Quotidiani locali
TRIESTE Una ventata di spensieratezza e ottimismo. I nuovi arrivati Enrico Celeghin e Camillo Tavernelli sono consci che proprio loro, assieme alle altre novità nella rosa, dovranno portare entusiasmo e una scossa per la risalita della Triestina. Anche se assicurano di aver trovato un ambiente motivato e per nulla depresso.
«Sono arrivato in ritiro la sera prima della partita di Vercelli – racconta Tavernelli - e mi aspettavo, vista la classifica, un po’ di caos, un ambiente un po’ diviso. Invece l’ho trovato sereno e unito. Questo mi ha un po’ stupito e reso ancora più felice della scelta fatta». Celeghin, da parte sua, dice che qualche scoria c’è, ma sono di più gli aspetti positivi: «Io ho trovato un gruppo sano, un po’ provato dalle difficoltà di questi mesi, ma mi sembra più che normale visti i presupposti che c’erano a inizio stagione. C’è però la necessaria positività, è giusto non deprimersi, è una situazione che va affrontata nel modo migliore. Siamo tutti concentrati sul pezzo: con la fine del mercato inizia un nuovo campionato e possiamo farcela».
La curiosità del perché due giocatori accettano di arrivare a metà gennaio in una squadra ultima in classifica, è presto soddisfatta: «L’importanza della piazza è stato uno dei motivi - afferma Celeghin - non ci ho pensato un attimo. Sappiamo della classifica, ma penso che salvarsi qui è un obiettivo importante quanto da un’altra parte può esserlo quello di vincere il campionato. Ci sono 15 partite e l’unico pensiero è centrare l’obiettivo».
Anche per Tavernelli nessun dubbio: «Non è stato difficile scegliere, questa piazza ha la sua storia. E poi mi è piaciuto subito il rapporto con il direttore che mi ha spiegato il progetto futuro. Ma ora l’obiettivo è centrare la salvezza». Sui ruoli dove giocare, i due sono molto chiari.
«A centrocampo ho giocato sia a due che a tre - dice Celeghin - facendo sia la mezzala che il play. A Vercelli sono entrato come mezzala e ne sono contento, penso di poter dare un contributo in entrambe le fasi». «A Novara giocavo esterno, ma io preferisco giocare nelle vie centrali - confessa Tavernelli - quindi in questo modulo posso fare il trequartista o ancora meglio la seconda punta, come facevo al Cittadella. Se mi ha pesato la discesa dalla B? Con il ds del Cittadella Marchetti si è deciso per Novara per trovare più continuità senza essere usato a spezzoni. Ne ho ricavato beneficio ed è un obiettivo che per me continua anche qui».
In serie B ha trovato invece poco spazio Celeghin, ma sta per fare solo 24 anni ed è deciso a tornarci: «Dopo l’annata positiva con il Renate, sono rientrato al Como in B: all’inizio ho trovato spazio, poi anche per la rosa molto ampia, ne ho trovato meno. Ma è giusto ambire a qualcosa in più, lavorando con professionalità e voglia di migliorarsi. Io mi auguro di tornare in B il prima possibile, ma intanto in questi mesi ho un grande obiettivo da centrare. Sono contento che la piazza si aspetti buone cose da me, il direttore mi ha chiesto di portare entusiasmo e spensieratezza. Sento la responsabilità di portare aria nuova e me la prendo volentieri, ma sono un ragazzo ambizioso e autocritico, per cui la pressione me la metto già da solo».
Per entrambi, la testa è già al Trento per iniziare la corsa salvezza: «Al Rocco dieci giorni fa col Novara non facemmo un tiro in porta - ricorda Tavernelli - sono stato molto colpito quel giorno dalla compattezza della Triestina. Ora noi nuovi arrivati dobbiamo portare spensieratezza per portare una continuità positiva. Per le potenzialità di questa squadra possiamo fare tante vittorie: se remiamo tutti dalla stessa parte non ci saranno problemi, è solo questione di tempo». «L’anno scorso in basso c’erano squadre meno organizzate - osserva Celeghin - questo complica la situazione, ma abbiamo valori importanti e lavorando su noi stessi sul piano umano, caratteriale e dell’organizzazione, una partita alla volta ne usciremo».