“Lavoreremo a un grande piano per la natalità“. A parlare in un’intervista al ‘Messaggero’ è Eugenia Roccella, ministro della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità. Il tema delle culle vuote, dell'”inverno demografico” è tra le preoccupazioni primarie dell’esecutivo, che così come per il “patto sugli anziani”, appena siglato in Consiglio dei ministri, intende incidere e imprimere una cambio di passo culturale. “Occorrono interventi economici e una rete di welfare che funzioni. Ma è necessario anche un cambiamento culturale- spiega infatti Roccella- : fare figli ha un valore sociale, questo valore deve essere percepito e riconosciuto”.
Molti sono gli obiettivi del governo Meloni. “Lavoreremo a un grande piano per la natalità. Promuovendo il criterio familiare in ogni ambito dell’azione di governo”, assicura Roccella. C’è ”molto da lavorare sul fronte dei servizi e anche sul recupero di una dimensione comunitaria che nei grandi centri è più fragile. Soprattutto, però, è importante che le donne che vogliono diventare madri non vengano penalizzate. O addirittura costrette a rinunciare alla propria realizzazione personale”. L’impegno è forte, i dati sono impietosi: Roma è la a capitale della denatalità. In tutta Italia prosegue anche nel 2022 la contrazione delle culle, ma con andamenti differenziati tra le varie aree del Paese. I dati resi disponibili dall’Istat sono quelli che arrivano allo scorso ottobre: se a livello nazionale il calo rispetto ai primi dieci mesi del 2021 è del 2,6 per cento; le Regioni del Centro fanno segnare un -6 per cento. Roma da sola sfiora il -10. Non sembra destinata a fermarsi la curva negativa iniziata dopo il 2008.
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L’esecutivo Meloni ha tra le sue priorità questa emergenza e, pur in così breve tempo dal suo insediamento sta operando in concreto: «In poco tempo abbiamo già dato un segnale molto importante – spiega Roccella-. La legge di bilancio, in una situazione difficilissima, ha destinato un miliardo e mezzo alle famiglie con l’obiettivo di promuovere la natalità. Con una coperta molto corta abbiamo compiuto una scelta: e addirittura c’è chi ci accusa per questo, perché magari voleva che si facesse altro. Le nostre priorità invece sono chiare e le rivendichiamo».
Sul fronte del welfare ”per gli asili nido c’è un obiettivo del Pnrr che potrebbe davvero rappresentare una svolta. Affinché arrivi a un concreto compimento su tutto il territorio nazionale è però importante semplificare le procedure; e accompagnare gli enti locali. È la direzione in cui il governo sta operando”. Per Roccella ”una rete di welfare aziendale funzionante è fondamentale. Ci sono buoni esempi da mettere in rete e pratiche da incentivare -assicura-. Uno strumento che abbiamo reso operativo è ad esempio la certificazione della parità di genere“. In cosa consiste? E’ una certificazione “che premia con sgravi e agevolazioni le imprese che garantiscono non solo una rappresentanza femminile; ma anche una particolare attenzione alla maternità”.
Per il resto ”l’assegno unico lo abbiamo appena aumentato, e a breve si vedrà anche l’effetto della rivalutazione Istat. E un principio di fattore famiglia lo abbiamo sperimentato sui bonus edilizi. È necessaria anche una revisione strutturale dei sostegni alle famiglie, per correggerne le storture e potenziarli. Ovviamente con i tempi e i modi che saranno consentiti dall’emergenza energetica e internazionale”. Naturalmente si tratta di un piano che il governo vuole ultimare in 5 anni, in piena coerenza con le parole del premier: al governo con una “visione”. “Stiamo lavorando a un tavolo comune con i ministeri interessati: a cominciare da quelli del Lavoro e della Salute, per un intervento ampio e organico. Ed è importante il coinvolgimento delle imprese, del volontariato, degli enti locali”, specifica il ministro.
L'articolo Roccella: “Nidi e fisco, stiamo lavorando a un grande piano per la natalità. Eppure c’è chi ci accusa” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.