La Reggia di Caserta è certamente Vanvitelli, ma Vanvitelli non è solo la Reggia di Caserta. Tuttavia le celebrazioni dei 250 anni dalla morte del grande architetto napoletano di origini olandesi (Napoli 12 maggio 1700 – Caserta, 1º marzo 1773), partono proprio dalla sua opera più simbolica e imponente, che il prossimo 1° marzo aprirà alla visita serale il Museo con il nuovo allestimento permanente delle Sale vanvitelliane degli Appartamenti Reali. Sarà la data di inaugurazione delle celebrazioni, che dureranno fino al 1° marzo 2024.
Vanvitelli aveva operato con la sua cerchia di collaboratori su tutto il territorio nazionale, e le celebrazioni si svolgeranno, oltre che nella Reggia di Caserta, anche in altri importanti monumenti che portano la firma del grande architetto. Mostre, convegni, workshop, lezioni e seminari cui prenderanno parte le maggiori istituzioni culturali del Paese, che vedranno anche l’inaugurazione dei nuovi spazi espositivi della grande Galleria della Reggia di Caserta con la mostra ‘I luoghi di Vanvitelli in Italia. Eredità, fotografia e paesaggio‘ e la campagna fotografica di Luciano Romano e Luciano d’Inverno. Chiuderà le celebrazioni, il 1° marzo 2024 alla Reggia di Caserta, il convegno di studi “L’eredita del Maestro: la Reggia Di Caserta”. Inoltre l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato emetterà monete, in oro e in argento, dedicate all’evento e verrà realizzato un volume speciale dedicato alla Reggia di Caserta per la collana ‘Palazzi d’Italia’ della Treccani.
“Vanvitelli ha influenzato lo sviluppo dell’architettura europea. Era, allo stesso tempo, un uomo del fare e un genio. Ha creato una tendenza di stile che si è protratta oltre la sua esistenza. In quest’anno di commemorazione che avrà il suo culmine il primo marzo, è giusto ricordarlo qui da Caserta, dove ha creato un’opera unica nella storia dell’arte e dell’architettura”, ha dichiarato il ministro Sangiuliano.
“L’impegno maggiore per la Reggia di Caserta – ha spiegato la direttrice Tiziana Maffei – è valorizzare il Complesso vanvitelliano, la sua struttura e i suoi spazi, in tutte le possibili sfaccettature e componenti. Grazie al piano commissariale, con l’assegnazione degli ambienti dismessi da altre Istituzioni, e al riconoscimento di Museo autonomo possiamo operare concretamente per rileggere il segno e il pensiero di Vanvitelli e riconoscere i valori di una committenza visionaria per restituire la complessità culturale di questa straordinaria opera”.
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