Due fratelli di Marcaria, finiti a processo per uccisione di animali, sono stati assolti dal giudice Gilberto Casari, perché il fatto non sussiste. Si tratta di Giovanni ed Ettore Rubini, rispettivamente di 71 e 62 anni. Le accuse nei loro confronti, poi smentite dalla sentenza, erano di uccisione di animali in concorso tra loro: per crudeltà, secondo il pm, avrebbero causato la morte di diversi animali selvatici: nutrie (almeno un centinaio di esemplari), anatre, germani reali, gallinelle d’acqua e altri volatili «somministrando esche di bocconi avvelenati, con un pesticida letale denominato Oxamyl 10%, così come accertato dall’Istituto Zooprofilattico della Lombardia, sezione di Mantova».
Oltre a questo dovevano rispondere anche del reato di getto pericoloso di cose «per aver invaso anche i terreni del Parco regionale Oglio sud, in prossimità dei quali avevano posto mucchietti di mais avvelenati». I fatti oggetto dell’accusa si sarebbero verificati nell’aprile del 2016. La sentenza ha però stabilito che il fatto non sussiste.
Lo stesso pesticida nel 2021 aveva causato la morte di numerosi animali. Alcuni Paesi europei lo vietano. Ne consentono l’utilizzo solo in modo assai contenuto: un centesimo di milligrammo ogni chilogrammo di frutta o verdura. L’Oxamiyl è molto tossico per l’uomo. Due anni fa erano stati trovati centinaia di animali morti su due ettari di terreno agricolo, in zona Coazze a Gazzo veronese. Sotto accusa un 82enne.
