Oltre 800 colloqui, una decina di psicologi schierati per supportare una trentina di artigiani della provincia di Treviso che stanno vivendo una condizione di disagio emotivo. È entrato nel vivo il progetto “Costruiamo buoni pensieri” promosso da Sani.In.Veneto, il fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori delle imprese artigiane del Veneto, costituito da Confartigianato Imprese, Cna, Casartigiani, i sindacati Cgil, Cisl e Uil.
«L’obiettivo è di incentivare il benessere psicologico nella categoria degli artigiani, storicamente poco propensa a chiedere aiuto e a seguire un programma terapeutico nel caso in cui emergano delle difficoltà» rileva lo psicologo Oscar Miotti, coordinatore dell’iniziativa e oggi alla guida di un pool di 70 psicologi che operano su scala veneta pe offrire le consulenze mirate alla categoria degli artigiani. «Potenzialmente, su base regionale, potremmo arrivare a raggiungere a pieno regime fino a 360 mila possibili utenti, considerando che ci potremo rivolgere a 120.000 artigiani ma anche alle loro famiglie, moglie e figli» rileva il dottor Miotti «prendendo in carico l’intero nucleo familiare».
Un servizio che si affianca al “Bonus psicologo”, letteralmente andato a ruba nella Marca con ben 4.072 richieste di cui appena 466 esaudite, perché le risorse messe a disposizione dal governo sono finite e quindi nove trevigiani su dieci sono stati esclusi nonostante la necessità.
«Il progetto “Costruiamo buoni pensieri” va nella direzione di mettere a disposizione dei piccoli imprenditori artigiani un’assistenza gratuita ad hoc per evitare lo stigma della persona malata che va dallo psicologo, ma cercando di fornire ascolto e strumenti per fronteggiare pensieri non adeguati o non adatti che, se non trattati subito, potrebbero degenerare in qualcosa di più serio» suggerisce lo psicologo Miotti. L’iter messo a punto da Sani.In.Veneto prevede una corposa serie di agevolazioni per accedere al servizio: sono previste 4 sedute gratuite a carico del fondo e altre 20 sedute a prezzo “low cost” (sul costo di 60 euro a consulenza, il fondo ne copre 43, i restanti 17 sono a carico dell’utente). Il rimborso è un ulteriore incentivo per avvicinare le persone al supporto psicologico.
Stati d’ansia, senso di precarietà, difficoltà economiche che diventano frustrazione emotiva, incapacità di affrontare il peso e l’incertezza del futuro sono le sensazioni più diffuse tra coloro che operano nel settore della piccola impresa, da dipendenti, o come titolari e partite Iva. Trovare un punto di ascolto e un professionista rappresenta il primo passo per evitare che la difficoltà lavorativa diventi disagio.