Le vite di una giornalista di successo, che attraversa un momento di crisi, e di un misterioso personaggio che si è ritirato sulle Dolomiti. E delle loro strade che, ad un tratto, si intrecciano come per caso. È il romanzo-thriller “Seppellitemi a Misurina” (Edizioni Fuorilinea, pp. 304, euro 16) di Alberto Cirelli, 62 anni, ferrarese, socio e dirigente di un’azienda informatica, che verrà presentato questa sera (28 dicembre) alle 18.30 al Cine-teatro Kursaal di Auronzo su iniziativa del Comune.
Lo scenario è rappresentato proprio dal Comelico e da Auronzo e testimonia dell’amore dell’autore per le terre alte, dove ormai da trenta anni trascorre le sue ferie. A seguito del Covid, la protagonista Micol Zappaterra di Copparo (in Provincia di Ferrara, a due passi dal Comune più basso d’Italia, dove è nato anche l’autore), vede morire drammaticamente il marito e decide allora di tornare a Padola, in Comelico Superiore, dove era stata felice da giovane. Vuole ritrovare se stessa e dare un nuovo senso alla sua esistenza (tema forte questo, che può rappresentare il vero futuro della montagna, come fuga dalla frenesia delle città), affitta casa in Val Grande, respira il nuovo clima ed incontra un personaggio misterioso, tedesco di 70 anni (il doppio dei suoi) Willy Happacher. Fra i due nasce un rapporto intenso, basato sulle storie di guerra che lui le racconta, con grande fascino: storie di uomini e delle loro imprese su queste crode così difficili da affrontare.
Un momento centrale del racconto è rappresentato dalle arrampicate che i due protagonisti fanno insieme sul Popèra, sulla ferrata della Croda Rossa ed in particolare sul Paterno. Sono storie che Willy racconta con grade capacità affabulatoria, momenti tragici della vita di quei tempi, quasi a far capire alla sua giovane amica, ed in qualche modo allieva, che l’umanità prima del Covid ha dovuto attraversare altri momenti di grande difficoltà, ma ne è sempre uscita vincente. Spesso si incontrano a Misurina, da cui la scelta del titolo, e lei pian piano ritrova un po’ di sicurezza. Aleggia su queste pagine, comunque, un alone di mistero, in particolare sulle vere ragioni di questi racconti, che Micol trascrive poi, quasi come un libro nel libro.
Sullo sfondo Alberto Cirelli propone scenari indimenticabili, su cui si muove una storia avvincente che si fonde con le leggende di quei luoghi. «Ho scoperto le Crode Dolomitiche da bambino e da allora», dice l’autore, «ci torno ogni volta che posso. Sono appassionato studioso della Grande guerra».