Anche l’Ulss 1 Dolomiti ha il suo piano per contrastare le emergenze pandemiche da virus influenzali o da altri virus respiratori ad alta patogenicità. Il documento denominato Panflu recepisce le indicazioni contenute nei piani nazionale e regionale e ha validità triennale 2021-2023. Un documento che fa tesoro di quanto imparato durante la pandemia da Covid e che indica come muoversi nel caso si dovesse riproporre un’emergenza simile.
IL PIANO
«Nella sanità pubblica», commenta Sandro Cinquetti, direttore del Dipartimento di Prevenzione e coordinatore del Piano Panflu, «è fondamentale “guardarsi indietro”, capendo quanto di buono è stato fatto, ma anche le imprecisioni e dove è possibile migliorarsi. Dobbiamo guardare alla scienza e alle competenze accumulate, per rivolgere lo sguardo verso ciò che tutti ci auguriamo non accada, una nuova pandemia. Solo così possiamo essere pronti e rispondere con rapidità e forza».
Per Cinquetti, è determinante prepararsi a una nuova epidemia per due motivi: «Il virus dell’influenza fa piccole mutazioni ogni anno e ogni tanto presenta una grande mutazione che può determinare una pandemia. Ricordiamo la Spagnola, l’Asiatica, il virus H1N1 e qualcuno parla anche di un prossimo boom del virus H5N1 dell’aviaria. Il Covid ha scatenato una pandemia inaspettata e ha fatto capire la necessità di farsi trovare pronti».
Il direttore della Prevenzione evidenzia come alcune buone pratiche attuate durante questi 34 mesi di Coronavirus siano state riportate anche nel nuovo piano: dalla tempestività della diagnostica, all’efficacia nel tracciamento dei contatti, dalla severità nelle procedure di isolamento e quarantena, all’adeguata comunicazione di tutti questi percorsi alla popolazione perché comprenda la necessità di essere sottoposta a provvedimenti impegnativi. «Dal Covid abbiamo imparato l’importanza della disponibilità di posti letto, a seconda dell’escalation virale, ma anche di avere spazi adeguati per le inoculazioni di massa. Tra i punti presenti nel piano rientra anche la rapidità nell’attività dei laboratori e delle Farmacie».
LE SCORTE
Una materia complessa quella contenuta nel Piano, che viene articolata in 13 capitoli o macro aree, che evidenziano alcuni ambiti della risposta alla pandemia. «Nel piano è evidenziato che localmente sono necessarie scorte di dispositivi di protezione individuale quali mascherine, guanti, camici, disinfettanti, test per la diagnostica iniziale», spiega ancora il capo della Prevenzione, «mentre a livello regionale e nazionale si dovrà provvedere a scorte di vaccini e farmaci antivirali se disponibili e a farmaci per gestire le emergenze, a partire dai respiratori. Spazio anche all’organizzazione dei posti letto in Rianimazione e nei reparti di media intensità».
IN OSPEDALE
Cinquetti non fa mistero che nel Panflu è previsto, come è accaduto per il Covid, anche un rallentamento delle funzioni ordinarie della sanità, cioè delle attività ospedaliere: «Sarà necessario essere pronti a dirottare il personale impegnato nei vari reparti negli spazi destinati alla cura e al contrasto del nuovo virus».
PIANO INTERISTITUZIONALE
Si tratta di un piano che coinvolge non solo l’Ulss, ma anche i Comuni, le forze dell’ordine, i mezzi di comunicazione, il volontariato, la protezione civile. Saranno previsti anche dei momenti di addestramento per essere ancora più preparati in caso di necessità, perché tutte le forze in campo dovranno muoversi in maniera coordinata. «Il Covid», osserva Maria Caterina De Marco, direttrice sanitaria dell’Ulss Dolomiti, «ha creato un gruppo di professionisti della prevenzione e di altre aree dell’azienda con grande esperienza e con un orgoglio professionale solido, qualità che li rendono capaci e pronti ad affrontare nuove sfide. Abbiamo anche consolidato ottimi rapporti con tutte le istituzioni della nostra provincia ed eccellenti collegamenti, oltre che con la Regione, con le Università e con gli enti di ricerca, rapporti che hanno creato un bagaglio di sapere fondamentale in relazione al Piano».
