Chiusi in casa, di fatto come in ostaggio, a causa delle auto parcheggiate di fronte al loro cancello. È quanto sono costretti a vivere ogni giorni alcuni residenti di Montegrotto. In particolare la protesta è di Antonietta Squarcina di via Plinia, malata oncologica, e di Francesca Aprigliano di corso delle Terme.
«È dal 2017 che continuo a chiamare i vigili e gli uffici comunali, ma la situazione è sempre la stessa», sbotta Antonietta Squarcina, fra l’altro zia del sindaco Riccardo Mortandello.
«Sono una malata oncologica e ho la 104. Per due volte, per uscire, ho dovuto chiamare i carabinieri. Non ne posso più. Sono ostaggio in casa e, dovesse succedermi qualcosa, non possono arrivare nemmeno i soccorsi e non posso uscire da casa».
La donna, nota anche per essere la titolare del Minigolf di via Caposeda, lancia un appello. «Lo dico col cuore in mano, vigili e amministrazione fate qualcosa, risolvete questo problema, con dei dissuasori, e rendetemi la vita più semplice, che è già purtroppo complicata di suo».
Sulla stessa lunghezza d’onda i residenti di corso delle Terme. Parla Francesco Aprigliano, residente in un’abitazione attigua al panificio Stellin: «Mi sono trasferito in corso delle Terme da quattro anni», dice arrabbiato.
«Sono quattro anni che mi trovo con le auto dei clienti del panificio parcheggiate di fronte al cancello. Ogni volta, per uscire, ci tocca metterci a caccia del proprietario dell’auto e chiedere che la sposti. Succede che si arrivi anche a dei litigi. Non è possibile dover rimanere chiusi in casa, come ostaggi, perché la gente non ha educazione e non rispetta le regole».
Aprigliano ha installato sul cancello il cartello del passo carraio. «A nulla serve», dice. «Mi trovo anche dei furgoni parcheggiati, tanto che tempo fa sono andato pure a sbattere addosso ad uno facendo retromarcia, dato che invadeva il passo carraio. Il Comune aveva fatto installare dei dissuasori di plastica, rimossi una volta che si è effettuata l’asfaltatura della strada».
«Dalla rimozione è passato ormai un anno e mezzo e non sono stati più installati. Dovrebbero essere di ferro e non di gomma per essere realmente efficaci. E a nulla serve la segnaletica a terra sull’asfalto. Spero che il Comune, finora sordo, colga il nostro appello e metta fine all’incubo». ––