TRIESTE. Trieste resta la prima struttura a livello regionale per la ricerca e la cura riguardanti l’infarto del miocardio, con un tasso di mortalità nettamente inferiore alla media italiana, in un contesto “top” nazionale. La Cardiologia e la Cardiochirurgia dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina di Trieste confermano dunque, una volta di più, la propria eccellenza. I numeri che ri-collocano ai primi posti del Paese il Dipartimento Cardiotoracovascolare diretto dal professor Gianfranco Sinagra arrivano dai report Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, tramite il Pne, il Programma nazionale esiti.
Il dettaglio di tali report dice che nel 2021 Trieste, con 774 casi, è stata appunto la prima struttura regionale di ricovero per l’infarto miocardico a conferma anche dell’attrattività del reparto. I parametri di mortalità complessivi per infarto miocardico acuto a 30 giorni sono stati nel 2021 i più bassi in regione, con il 5,26%, e notevolmente inferiori rispetto alla media nazionale, che si è attestata al 7,7%.
Tale dato, fanno sapere da Cattinara, è particolarmente importante e fotografa - oltre che la messa in atto di efficaci terapie interventistiche avanzate di ripristino del flusso coronarico - anche un’alta efficienza nelle procedure nonché un’organizzazione dell’emergenza territoriale che funziona e punta costantemente al miglioramento.
In linea con tali numeri anche i cosiddetti eventi clinici cardiovascolari e cerebrovascolari post-infartuali entro un anno. La percentuale di pazienti con “stemi” (che nella maggior parte dei casi vede l’occlusione acuta e completa di un’arteria coronarica epicardica) trattati entro 90 minuti dal ricovero è stata del 76%, anche in questo caso nettamente superiore alla media italiana, pari al 56%.
Anche nel campo dello scompenso cardiaco i risultati emersi dal Pne sono stati estremamente favorevoli per Trieste. Il numero di ospedalizzazioni per scompenso cardiaco ha continuato a mostrare un trend in calo: il motivo, da una prima analisi, potrebbe essere messo in relazione con il potenziamento e l’efficacia dei servizi ambulatoriali e territoriali. Trieste mostra altresì numeri molto elevati, nel report sugli scompensi cardiaci, rispetto alle altre province del Fvg, ma la mortalità a 30 giorni è stata dell’11%, più bassa rispetto ai centri hub di questa stessa regione.
Sul fronte della cardiochirurgia l’attività, dopo la flessione a causa della pandemia, vedrà a fine 2022 l’85% di interventi effettuati rispetto al “monte” del 2019. L’eccellenza resta in ogni caso la chirurgia valvolare, dove la mortalità a 30 giorni del paziente operato risulta dello 0,8%, significativamente inferiore al dato medio italiano.
Da alcuni anni inoltre - si aggiunge da Cattinara - la Cardiochirurgia triestina tratta un numero sempre crescente di patologie valvolari mediante l’utilizzo di tecniche minimamente invasive “videoscopiche”, che consentono un più rapido recupero del paziente e delle sue normali attività. Anche nel campo della patologia coronarica i dati emersi dal Programma nazionale esiti di Agenas confermano gli ottimi risultati della rivascolarizzazione miocardica mediante intervento di bypass coronarico. La chirurgia coronarica ha un tasso di mortalità inferiore allo 0,6% a 30 giorni confermandosi così il “fiore all’occhiello” della Cardiochirurgia del Polo cardiologico triestino.
Infine, sempre secondo i report Agenas, la Cardiochirurgia di Cattinara risulta tra i primi centri italiani per quanto riguarda l’intervento di bypass coronarico, confermando una consolidata posizione di eccellenza anche in questo settore
