Una medaglia d’oro al collo. Un’esperienza indimenticabile nel cuore. E nella testa la consapevolezza di essere tra le migliori tiratrici al mondo. Deborah Da Rold torna dai mondiali di tiro dinamico sportivo di Pattaya (Thailandia) forte di aver vissuto un’opportunità di livello, impreziosita dall’oro a squadre nella classe Production Optic Lady, ma anche da un buonissimo decimo posto individuale.
«Sicuramente un’esperienza entusiasmante, formativa, nuova, che mi ha dato sensazioni che non è facile descrivere», esordisce l’atleta bellunese. «Un misto tra entusiasmo, adrenalina, inconsapevolezza da un lato, e dall’altro determinazione, voglia di vincere, di dimostrare le proprie capacità. Per questo voglio ringraziare la Federazione che mi ha permesso di crescere e dato questa opportunità. Gli allenatori Ivano Bencivenni, che ci ha preparati a questa esperienza, e Max Bragagnolo». Entrando più nell’ambito agonistico, «è stata una settimana impegnativa. Avevamo ritmi molto serrati», racconta Deborah. «Ci hanno cambiato i turni di gara, quindi abbiamo dovuto un attimo riorganizzarci. È stata una settimana all’insegna dello sport: trovare 1.600 persone nello stesso posto che condividono la stessa passione, gli stessi interessi, che si battono per un obiettivo, è davvero molto bello».
Dal racconto di Deborah trasuda tutta l’emozione ancora viva per la vittoria, esito della somma dei punteggi delle tre componenti del team. «Un grazie alle mie compagne Giulia Venturato e Margot Scimmi, senza le quali non avremmo potuto conquistarla. Abbiamo svolto sei esercizi per giornata, avendo la fortuna di avere un giorno di pausa a metà del percorso agonistico. Il primo colpo ha avuto una pesantezza difficile da descrivere: tutta l’angoscia, l’adrenalina, la tensione si caricano in quelle frazioni di secondo in cui tenti il via e ti dimentichi completamente del mondo esterno. È stato un lavoro di squadra, un supportarsi e incoraggiarsi a vicenda. Fino all’ultimo giorno, all’ultimo minuto, non sei certo del risultato, le cose possono sempre cambiare. Ovvio che parti ponendoti un obiettivo da ottenere, ma tieni i piedi per terra perché sai che ci sono competitor che nel mondo hanno fortuna di fare questo sport per professione. Quindi, quando abbiamo scoperto che il nostro era il punteggio migliore, abbiamo rifatto i conti due volte o tre per essere sicure di non averli sbagliati. È il risultato più bello che potessi ottenere da questa esperienza. Concludere con un oro al primo anno in cui la nostra categoria esiste a livello mondiale è davvero una grandissima emozione».
