TRIESTE La “cintura” ferroviaria della città compie 40 anni. Proprio il 5 dicembre 1982, infatti, venne completata la circonvallazione ferroviaria di Trieste, detta per l’appunto di “cintura”, ovvero quell’infrastruttura logistica che oggi si può considerare oggi la “spina dorsale” dei collegamenti su rotaia al servizio del porto. Fu l’epilogo di un lungo cantiere, complesso e tormentato. La tratta ferroviaria sotterranea fu ultimata come detto il 5 dicembre 1982 e divenne operativa dal 6 dicembre il giorno successivo.
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A ripercorrerne la storia è l’ingegnere ferroviario Roberto Carollo, che ricorda come «si trattò, in effetti, di una seconda attivazione, decisiva, dopo quella a carattere provvisorio avvenuta un anno prima. Il beneficio per la città fu immediato: Trieste, infatti, si diede finalmente un nuovo percorso in sede propria e senza interferenze stradali, alternativo al famoso “treno delle Rive” che per ben 94 anni aveva attraversato il waterfront del centro, con un intralcio alle normali attività cittadine che si era fatto via via crescente».
Fu necessario un ulteriore anno dedicato a una serie di delicati interventi tecnologici per attivare, oltre al doppio binario, le diramazioni e bivi interni, realizzati in galleria con degli allarghi detti in gergo “cameroni”. Si realizzò così, ad ogni estremità della circonvallazione, la doppia possibilità di accesso oggi esistente: Campo Marzio “smistamento” e Servola/ Aquilinia da un lato e Trieste Centrale e Aurisina/Monfalcone dall’altro. «La linea in galleria assunse perciò il suo assetto definitivo – racconta Carollo – come una doppia “Y”, con duplici imbocchi verso l’esterno. In particolare divenne fondamentale la direttrice da Campo Marzio al resto della rete nazionale, con l’accesso diretto dei treni merci da e per il porto, fino ad allora “allacciati” da Campo Marzio e poi trasferiti, in manovra lungo le Rive, verso la Stazione centrale per la partenza e viceversa». All’attivazione del 6 dicembre 1982 fece seguito un viaggio ufficiale per autorità ed invitati il successivo 9 dicembre, con un treno speciale, il famoso elettrotreno “Arlecchino”.
Quella per la realizzazione della linea ferroviaria di circonvallazione, per le sue vicissitudini e i suoi ritardi, fu un’operazione complicata, tanto da meritare l’appellativo di “galleria più lunga del mondo”. Ipotizzata già a fine ’800, «solo dopo la Prima guerra mondiale e il passaggio del nodo di Trieste alle Fs alla fine anni ’30 fu elaborato dagli uffici dei “Lavori Pubblici - Direzione delle Nuove Costruzioni Ferroviarie” il progetto di una galleria sotto la città, dando appunto avvio ai lavori per l’imbocco lato Campi Elisi, verso il 1940», spiega ancora Carollo:
«Dopo il fermo conseguente alla Seconda guerra mondiale e il ritorno della città all’Italia, la costruzione della galleria fu riaffidata dai “Lavori Pubblici” nel corso di una cerimonia ufficiale il 29 novembre 1959». La realizzazione vera e propria, come detto, «si rivelò molto tormentata. L’esiguità dello spessore tra calotta della copertura e quota delle fondazioni degli edifici soprastanti comportò una serie di problemi di deconsolidamento dei fabbricati da “sottopassare”, con fermi cantiere, contenziosi legali, interventi riparatori e indennizzi. Si giunse così allo stralcio dal progetto, al successivo appalto-concorso e al necessario rifinanziamento dell’opera. I lavori ripresero solo dopo il 1969».
Il 13 settembre ’76, sotto viale D’Annunzio, cadeva così l’ultimo diaframma della galleria. Ci vollero però ancora tre anni per il completamento delle opere. Nell’ottobre 1980 fu formalizzata la consegna della galleria dai “Lavori Pubblici” alle Fs, per i binari, l’elettrificazione e gli impianti per la circolazione. L’ultimazione definitiva arrivò appunto nel 1982, a distanza di ben 23 anni dalla cerimonia di consegna lavori del 1959