GRADO. Il cadavere ritrovato dai cacciatori durante una battuta domenica pomeriggio, 4 dicembre, nel Supramonte di Baunei, in Ogliastra (Sardegna) è di Alessandro Zaniboni, l’ingegnere di 55 anni di Grado specializzato in piattaforme della Saipem e appassionato speleologo, scomparso il 23 luglio 2021 proprio nella zona di Baunei.
Sul posto dopo l’allarme, sono intervenuti i Vigili del fuoco e i Carabinieri che hanno provveduto a recuperare i resti dell’uomo. La conferma che si tratti di Zaniboni è giunta lunedì 5 dicembre: i documenti d’identità del gradese sono stati trovati all’interno dei vestiti del cadavere.
La scomparsa di Zaniboni, che si era trasferito in Sardegna per lavoro, è risultata subito un giallo. In un primo momento si pensava che avesse deciso di fare un’escursione in quella zona, considerato che abitava in un paesino sul mare poco distante e che si fosse perso. La sua macchina fu ritrovata a circa dieci chilometri della sua abitazione. Le ricerche del gradese erano proseguite per settimane con un imponente dispiegamento di forze del Soccorso alpino, Vigili del fuoco, Guardia di finanza, Corpo forestale, Polizia e Carabinieri. Erano state utilizzate anche unità cinofile e molecolari, elicotteri e i droni, ma del cinquantacinquenne nessuna traccia.
Lo scorso 25 luglio, a un anno dalla scomparsa, in trecento persone si erano strette ai familiari per manifestare la vicinanza ai parenti del gradese, centinaia anche le telefonate e i messaggi. L’intera Isola a sostenere la famiglia, in particolare la mamma Marisa Clama e il fratello Gianluca.
Alessandro Zaniboni si trovava in Sardegna dal 30 giugno di quel 2021 e doveva rimanere per un anno e mezzo, quanto era la durata del contratto. Il gradese, ingegnere con diverse specializzazioni, operava come ispettore di saldatura sui lavori delle piattaforme eoliche. Considerato che doveva fermarsi a lungo in Sardegna, aveva preso in affitto casa a Lossitzori, una piccola località di un paio di migliaia di abitanti tra il mare di Arbatax e la catena del monte Gennargentu. Con lui il suo amato cagnolino Pelù.
Quel giorno si era diretto sui monti del Nuorese per effettuare la consueta escursione, Pelù era a casa e la lavatrice stava effettuando il regolare ciclo di lavaggio. Poi il silenzio. Della scomparsa si era accorto un collega di lavoro, il giorno successivo, il 26 luglio, poiché il gradese non si era presentato, né rispondeva al cellulare.
Intense e serrate le ricerche, l’area era stata successivamente battuta anche dai cacciatori della zona. L’unica traccia dello scomparso era stata la sua vettura, una Kia Sportage bianca, trovata nell’area di parcheggio, in zona Punta Margiani. Ricerche che erano proseguite, anche a seguito del rilevamento di un’ulteriore traccia sul computer. Fino alla sospensione definitiva. Un cacciatore sardo aveva ritrovato il telefonino di Alessandro.
