I gelsi di San Giovanni in Colle diventeranno alberi monumentali. Un nuovo progetto, vede protagonisti l’Ecomuseo della gente di collina “Il Cavalîr” e l’amministrazione comunale di Fagagna impegnati nel settore della tutela e valorizzazione ambientale.
Dopo il piano sul paesaggio “Le vie del Cavalîr” finalizzato al recupero degli antichi segni del territorio rurale realizzato dai Comuni di Fagagna, Moruzzo e Rive d’Arcano, questa volta l’attenzione si focalizza sul gelseto storico di San Giovanni in Colle.
A breve verrà elaborata la domanda di iscrizione degli alberi del gelseto nell’Elenco regionale degli alberi monumentali.
Un gelseto è noto per essere un appezzamento di terreno adibito alla coltivazione intensiva dei gelsi da foglia, con alberi piantati a sesti regolari e gestiti a capitozza.
I gelsi erano elementi fondamentali nell’economia contadina di un tempo, in quanto producevano l’indispensabile alimento per l’allevamento tradizionale del baco da seta.
In Friuli, i gelsi da foglia erano e sono presenti per lo più come piante singole (ad esempio nei cortili), come filari lungo i bordi degli appezzamenti oppure come elementi che delimitano i cosiddetti campi chiusi.
Attualmente i gelseti sono strutture assai rare nel paesaggio rurale friulano, pertanto meritevoli di tutela. Quello di San Giovanni in Colle, in Via del Codarut, è di piccole dimensioni e di forma quadrata, con gli interfilari inerbiti: l’impianto, risalente agli inizi del XIX secolo e che contava circa 40 alberi, è della famiglia fagagnese Miani, anche se purtroppo negli ultimi anni alcuni esemplari di gelso sono morti per motivi non conosciuti.
Ora ne conta una trentina, per valorizzare l’area e conservare l’unicità del luogo l’Ecomuseo, in collaborazione con il Comune di Fagagna, metterà a dimora sei gelsi secolari per rimpiazzare buona parte di quelli morti ripristinando l’assetto originario del gelseto.
Nel 2019, grazie al presidente dell’Ecomuseo dell’epoca Elia Tomai, era stato organizzato l’evento “Melodie tra i gelsi” per permettere alla popolazione di conoscere l’area con l’intervento musicale di Gabriele Saro e Denis Liani.
Questa operazione è resa possibile grazie all’impegno profuso da Redo Ninzatti, che ha condiviso il progetto con i componenti del direttivo dell’Ecomuseo, alla consulenza scientifica di Pietro Zandigiacomo oltre che al supporto dell’amministrazione comunale di Fagagna per il trasferimento e la messa a dimora delle piante, che sarà condotta dalle maestranze del Comune coordinate dall’esperto Giancarlo Lizzi. —
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