«Mi ha preso a calci e picchiata più volte perché era geloso e diceva che avevo un altro uomo». Questa la sintesi di una denuncia che una donna di 46 anni residente ad Asola, ma di origini straniere, ha presentato mesi fa ai carabinieri nei confronti del marito definito «violento e prepotente».
Cinque pagine fitte e circostanziate con date e luoghi in cui sarebbero avvenuti i maltrattamenti alla moglie.
Ma il 10 novembre in tribunale davanti al collegio giudicante la stessa donna ha riferito più volte a pm e giudice che quello che aveva detto ai carabinieri non era vero. «Avevo esagerato perché ero molto arrabbiata con mio marito perché mi aveva accusato di avere un’amante. Non ho mai avuto un altro uomo ma ero rimasta molto amareggiata dalle accuse e in qualche modo o ingigantito le cose. In realtà mio marito non mi ha mai picchiata. Inoltre, non essendo italiana forse all’epoca non mi sono espressa molto bene durante la denuncia ai carabinieri». All’udienza era presente anche il marito in qualità di imputato difeso dall’avvocato Michele Binelli del Foro di Mantova.
La coppia si era sposata nel 1998 nel loro Paese d’origine, il Pakistan, e vive in Italia da 18 anni. In sede di querela la donna aveva riferito che il marito non la lasciava uscire senza il suo consenso ma davanti ai giudici ha sottolineato che «nei miei confronti non ha mai usato violenza. Forse durante la denuncia ho ingigantito un po’ troppo le cose ma ero molto arrabbiata». Il processo è stato rinviato al 30 marzo.