Il 9 novembre è “una data spartiacque nella storia, per quella dell’Europa, dell’occidente e del mondo interno”. Lo dice Giorgia Meloni in un video messaggio in occasione della ricorrenza della caduta del muro di Berlino e del Giorno della libertà.
La caduta del muro “segna il tramonto del comunismo sovietico e di quei regimi totalitari che avevano conculcato valori e diritti delle democrazie occidentali che spesso oggi, erroneamente, tendiamo a dare per scontati”, ha spiegato la premier. “La forza e la solidità delle nostre democrazie è stata resa possibile proprio dalla fine di quei totalitarismi e dal sacrificio di quelle persone che hanno combattuto permettendoci di vivere in un mondo libero”, ha sottolineato Meloni.
“È una lotta per la libertà quella che sta portando avanti il popolo ucraino per difendere la propria Nazione da una brutale aggressione, così come il rispetto della libertà di ciascun popolo è il fondamento della pace internazionale”.
“Da stasera la frontiera è aperta”. Con questo annuncio fatto dal leader del partito comunista berlinese, Gunter Schabowsky il 9 novembre 1989 si dà il via allo smantellamento del muro di Berlino, il principale simbolo della Guerra fredda, fatto costruire nel 1961 dal regime filosovietico di Walter Ulbricht.
Era il 1961 quando Berlino e la Germania venne divisa in Germania Est (DDR) e Germania occidentale da un muro lungo 155 chilometri. Quel muro rappresentava in maniera tangibile ed evidente la divisione del Mondo in due blocchi diversi e contrapposti: libertà contro democrazia. Da un lato il blocco comunista, guidato da Mosca e dall’altro gli Stati Uniti ed i paesi alleati. I burocrati della Germania Est sostennero per anni che si trattava di un semplice “muro di protezione antifascista”, il cui scopo era quello di evitare eventuali attacchi da Ovest. Fino al 9 novembre 1989, giorno in cui i tedeschi della Germania orientale riconquistarono la libertà.
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