Attenzione a mescolare fede e pratiche superstiziose. La messa in guardia arriva dall’arcivescovo di Lecce, monsignor Michele Seccia, che ha scritto una lettera ai sacerdoti della Diocesi: “So molto bene quanto desideriate purificare le menti e i cuori da alcune nuove mode, come la festa di Halloween, che, sradicata dal suo senso cristiano, rischia di far cadere soprattutto i nostri giovani in errore”.
“Ci apprestiamo ad entrare nel mese di novembre – esordisce nella sua lettera il prelato leccese – in cui tradizionalmente commemoriamo i nostri defunti. I fedeli e, in verità, anche coloro che abitualmente non frequentano le nostre comunità, sono soliti far visita al cimitero e ricordare i propri cari, portando dei fiori e recitando qualche preghiera. A noi sacerdoti spetta il compito di educare il nostro popolo a vivere con spirito di fede questa pia tradizione, incentivando la predicazione sulla vita eterna e ricordando quelle verità di fede che vengono spesso trascurate”.
“Il nostro compito, però – prosegue monsignor Seccia – non si deve limitare a un generico annuncio sui temi escatologici, ma, come già fate, deve incidere nella vita dei credenti, i quali sono chiamati a sentirsi avvolti dalla misericordia del Padre e a vivere in questo mondo come ‘cittadini del cielo’, circondati da ‘un gran numero di testimoni’, e ‘cercando le cose di lassù, dove si trova Cristo assiso alla destra del Padre’”.
Quindi la raccomandazione a tutto il clero: “Vi ringrazio per il cammino di santificazione a cui spesso invitate i fedeli, affinché non vi sia alcuna mescolanza tra fede e pratiche superficiali o, persino, superstiziose. So anche molto bene quanto desideriate purificare le menti e i cuori da alcune nuove mode, come la festa di Halloween, che, sradicata dal suo senso cristiano, rischia di far cadere soprattutto i nostri giovani in errore”.
La tradizione di Halloween ha origine dall’antica festa dei Celti chiamata “Samhain”, che segnava la fine dell’estate con l’ultimo raccolto e l’inizio dell’inverno. Nella notte che precedeva il nuovo anno pensavano che il confine tra il mondo dei vivi e dei morti si confondesse, tanto che i fantasmi potessero aggirarsi nel mondo dei vivi e disturbare le loro attività. Così la notte del 31 ottobre accendevano falò sacri e indossavano costumi grotteschi per spaventarli e allontanarli dai loro campi.
Nell’VIII secolo, papa Gregorio III designò il 1° novembre come momento per onorare tutti i santi. La celebrazione era chiamata “All-Hallows” e la notte che la precede, il 31 ottobre, iniziò a essere appellata “All-Hallows’ Eve”, contratto poi in “Halloween”. Nel corso del tempo si è evoluta in una festa mondana, come il “dolcetto o scherzetto”, l’intaglio delle lanterne, i raduni festosi o l’indossare costumi. Su questa festa anche la Chiesa è divisa tra chi la vede come una mera festa consumistica ma da non demonizzare e chi ne intravvede il rischio della deriva in culto idolatrico o addirittura satanico, come sostengono molti esorcisti.
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