“Anche la mascherina, sembra che sia diventato un emblema negativo, qualcosa che deve essere combattuto perché ci ricorda la pandemia, il problema. E quindi il problema deve essere rimosso dalla testa della gente”. Intervistato dall’Adnkronos Massimo Galli si dice rattristato. Il tele-virologo con il cuore che batte a sinistra non sembra apprezzare la strada della […]
L'articolo Galli blinda l’obbligo di mascherina negli ospedali e provoca: “La pandemia non finisce per decreto” sembra essere il primo su Secolo d'Italia.
“Io comincio a pensare che la responsabilità della decisione debba essere lasciata perlomeno a chi gli ospedali e le Rsa direttamente li gestisce”, dice l’infettivologo del Sacco di Milano andato in pensione a novembre. “E che poi si troverebbe in un mare di guai. Nel momento in cui anche in termini medico-legali qualcuno attribuisse al mancato uso di protezioni ed al mancato esercizio di prudenza l’insorgenza di quadri gravi. Fra le persone ricoverate o gli ospiti nel caso delle Rsa”.
In realtà, aggiunge, “io sono convinto che le persone continueranno a stare molto attente. Soprattutto quelle anziane e con altre patologie che li mettono ad ampio rischio. Soprattutto di fronte a un’eventuale ripresa dell’epidemia”. Galli insiste nell’attacco a quello che definisce “l’atteggiamento strumentale dell’opposizione alla mascherina in termini simbolici”. È come se si pensasse: togliamola di mezzo, perché ci ricorda la pandemia. Per Galli la mascherina è già entrata abbastanza nel costume degli italiani. “E ci rimarrà, a dispetto di coloro che vogliono farla fuori a tutti i costi”.
Il messaggio è chiaro. L’esperto entra a gamba tesa sul terreno delle decisioni politiche criticando le prime mosse del nuovo governo in materia di sanità. “La pandemia non termina per decreto. È un problema che esiste. Questo virus in un brevissimo periodo si è dimostrato capace di trasformarsi. E di darci una serie di rilevanti problemi. Nel solo anno in corso ci sono state più o meno 18 milioni di infezioni. E probabilmente sono state molte di più considerando tutte quelle mai dichiarate. E adesso stiamo aspettando i nuovi arrivi. Mi sembra francamente che questa sarebbe una lezione da aver imparato, no?”.
L’infettivologo riporta le previsioni diffuse dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie. Che dà per dominante in Europa entro metà novembre e fine dicembre la nuova sotto-variante di Omicron 5, BQ.1 e i suoi discendenti. “Covid-19 non è una storia che ci siamo soltanto lasciati alle spalle”, conclude Galli. “Un atteggiamento ottimistico lo si può avere anche affrontando i problemi. E non cercando di dimenticarli perché se ne parli di meno”.
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